Missioni Consolata - Aprile 2017
APRILE2017 MC 29 «S e vedete delle bandiere nere, rimanete nel posto in cui siete, non muovete le vostre mani né i vostri piedi, dopo un po’ appariranno come genti deboli e insignificanti. I loro cuori saranno pezzi di ferro, essi saranno quelli dello Stato, ma non manterranno alcun accordo o patto. Inviteranno alla verità ma non saranno gente di verità, i loro nomi saranno derivati dai nomi dei figli e i loro soprannomi proverranno dalle loro città. I loro capelli saranno morbidi e cascheranno sulle spalle come quelli delle donne. Questa si- tuazione permarrà fino a quando non ci saranno contrasti tra loro. E Dio, a quel punto, porterà la Verità attraverso chi Egli desidera». Sono le parole pronunciate nel VII secolo d.C. (I dell’egira) dal quarto califfo «ben guidato» (detto degli unici puri, autentici, veri seguaci dell’Islam), ‘Ali Ibn Abi Talib, come riportate da Nu‘aym Ibn Hammad ne «Al-Fitan»: esse paiono profetiche, se le adattiamo al Daesh. E ancora: «Il Profeta, che fu mandato come misericordia tra i mondi, ha riassunto il comportamento del musulmano nei con- fronti degli altri, dicendo: “Chi non sarà misericordioso, non ri- ceverà misericordia”, e anche: “Siate misericordiosi e riceverete misericordia”. Invece voi, come si può vedere da tutto ciò che è stato menzionato, avete reso la religione islamica una religione di barbarie, inciviltà, violenza e morte, e questo, come è stato spiegato, è un grave errore e una offesa alla religione islamica stessa, ai musulmani e al mondo intero”»: è l’accusa lanciata da un gruppo di studiosi musulmani nella loro «Lettera aperta a Abu Bakr al-Baghdadi», e riportata nel testo di Iannucci. Il libro contiene diverse e importanti fatwa , pareri giuridici isla- mici, emanati da studiosi e autorità musulmane internazionali contro il Daesh e le attività del sedicente «califfo» al-Baghdadi. Come sottolinea Iannucci, i media mainstream non parlano di queste condanne da parte del mondo musulmano, dando invece ampio spazio ai crimini commessi dallo «Stato islamico» e, così facendo, lo aiutano a diffondere la sua dottrina di morte. Soprat- tutto tra giovani emarginati e fragili delle periferie del mondo. Angela Lano ● Marisa Iannucci, «Contro l’Isis», Giorgio Pozzi Editore, Ravenna 2016 ● www.giorgiopozzieditore.i t MC A zie internazionali in favore della popolazione civile: non si è fatto abbastanza in questo senso». Il mondo islamico davanti al Daesh Che cosa possono fare le comu- nità islamiche? «Le comunità islamiche possono fare molto soprattutto fuori dai contesti di guerra, per impedire la radicalizzazione e isolare l’ideolo- gia fondamentalista. È, tuttavia, un lavoro molto difficile, conside- rando che un’altra “guerra” (quella della propaganda) viene combattuta senza armi, ma con grandi somme di denaro, che arri- vano anche in Europa, e con le quali si controllano centri islamici e moschee. Lo fanno anche gli stati a maggioranza musulmani come l’Arabia Saudita, il Qatar e l’Iran. Ognuno gioca la sua parte. È importante che i musulmani in Occidente lavorino per l’integra- zione, e agiscano attraverso la partecipazione politica alle so- cietà in cui vivono e la cittadi- nanza attiva. L’emarginazione e la povertà culturale in cui versano molti immigrati provenienti da paesi a maggioranza musulmana, in particolare Nordafrica, fornisce materiale per le attività di radica- lizzazione. Grandi responsabilità hanno i governi europei e le loro politiche sull’immigrazione. Pro- babilmente ci sono molti merce- • Islam | Teologia | Isis | Dialogo tra religioni • © Life Onlus Ravenna A sinistra : lettura del Corano. Qui sotto : la copertina del libro di Marisa Iannucci; In basso : l’autrice (con il microfono in mano) durante una conferenza. # Il libro di Marisa Iannucci «No a una religione di barbarie, inciviltà, violenza e morte»
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