Missioni Consolata - Aprile 2017
APRILE2017 MC 11 di donne. Il Centro ha fatto for- mazione politica ai parlamentari, ai sindaci alle autorità locali». An- tonin continua a raccontarci del Centro e si percepisce quanto vi si identifichi: «Ci siamo interes- sati alla produzione audiovisiva in genere, e di materiale educativo, ma da qualche tempo il Pétion- Bolívar è soprattutto un centro di produzione dei miei film». Il Centro diffonde la cultura e crea dibattito. Ogni mese viene organizzato il forum del giovedì, ovvero un incontro su un tema di interesse nazionale. «È un’attività che facciamo da 28 anni. L’anno scorso gli incontri si sono concen- trati su soggetti politici, tranne l’ultimo che è stato sui cambia- menti climatici, e qui abbiamo presentato i risultati della Confe- renza sul clima di Parigi». Il Centro era anche sede dell’As- sociazione haitiana dei cineasti che, fino a pochi anni fa, realiz- zava formazioni periodiche e re- golari nel campo della cinemato- grafia. «Attualmente abbiamo un cinelcub, frequentato da giovani tra i 20 e i 25 anni, che hanno ac- cesso a film che altrimenti non avrebbero la possibilità di ve- dere». L’occasione mancata Dopo il terribile terremoto del 12 gennaio 2010, Antonin realizza un documentario di 20 minuti, crudo e di denuncia: Chronique d’une catastrophe annoncée ou Haïti: apocalypse now . «Il terremoto è stato catastrofico con proporzioni inimmaginabili, a causa dello stato di precarietà nel quale viveva la popolazione. Ci sono stati terremoti della stessa intensità che hanno causato cen- tinaia di morti, mentre ad Haiti sono stati centinaia di migliaia», riprende Antonin. «Noi spera- vamo che il sisma avrebbe se- gnato una svolta nella storia del paese, cioè che a partire da quell’evento avremmo potuto ri- costruire Haiti su nuove basi. In- nanzitutto ambientali, economi- che, sociali e anche politiche. Io dicevo che grazie al terremoto avremmo potuto fare di Port-au- Prince la “città faro” dei Caraibi. Tutti i grandi architetti del mondo erano disposti a fare dei progetti gratuitamente per Haiti. Anche Renzo Piano lo avrebbe fatto. Ma chi era al potere non ha voluto, perché la catastrofe è stata anche un gigantesco mercato. Il sisma, come anche il caos politico e la povertà di massa, è stato un’oc- casione per diverse persone di guadagnare molti soldi. Per altri di farsi una specie di credito poli- tico. Così non è stata fatta la rico- struzione. La sola cosa che il po- tere di Michel Martelly (presi- dente dal 2011 al 2016, ndr ) è riu- scito a fare è ripulire gli spazi pubblici e i parchi di Port-au- Prince dai terremotati. Ma hanno creato nuove bidonville all’uscita della città, che sono peggiori di quelle precedenti». Poco è stato fatto, denuncia il re- Così è anche per Arnold Antonin, che ha fondato in Venezuela il Centro Pétion-Bolívar, dai nomi di Alexandre Pétion, uno dei padri della nazione haitiana, e Simón Bolívar, il maggiore rivoluzionario e promotore dell’indipendenza dei paesi latinoamericani. Già nel dicembre dell’86 Antonin torna nella sua città natale, Port-au- Prince, e vi trasferisce il Centro culturale. «Si tratta di un centro polivalente di pubblica utilità», ci spiega. Antonin, sempre sorri- dente e ironico, ci riceve nella nuova sede del Centro. Ci con- duce in una sala alle cui pareti sono appesi decine dei suoi premi e riconoscimenti. Oltre che locan- dine dei film. I più importanti sono il premio Djibril Diop Mam- bety, ricevuto a Cannes nel 2002 per il documentario Courage de femmes e il premio Paul Robeson, vinto in tre edizioni del Fespaco (Festival del cinema panafricano a Ouagadougou), 2007, 2009 e 2011. Il suo primo film, Duvalier accusé , risale al 1974, mentre tra le sue opere più note ci sono Les amours d’un zombie , e Le prési- dent a-t-il le sida?. Antonin, inol- tre, insegna alla Facoltà di Scienze umane dell’Università e alla Scuola nazionale d’arte. «Il Centro si è occupato molto di diritti umani negli anni ‘86-‘87, poi di formazione, anche sinda- cale, di organizzazioni di giovani e • Cultura | Cinema | Sviluppo • MC A A sinistra: un cannone nel forte de la Crête-à-Pierrot, costruito dagli inglesi nel XVIII secolo a Petite Rivière e l’Artibonite, CHE fu al centro di una battaglia fondamentale durante la rivoluzione haitiana nel 1802. A destra : Arnold Antonin mostra alla stampa il premio Paul Robeson vinto al Fespaco nel marzo 2009. #
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