Missioni Consolata - Marzo 2017

MARZO2017 amico 75 La mancanza di formazione e i decenni di dis- prezzo subito ed emarginazione hanno quasi ri- dotto a zero la dignità del Pigmeo. Segno ne è il fatto che a volte i membri di questo gruppo in- sultino i propri familiari apostrofandoli «Pigmei», replicando così il disprezzo subito dai Bantu. È evidente la necessità e urgenza per i Pigmei di recuperare la loro dignità di essere umani e figli di Dio. Per realizzare questo fine consideriamo prioritaria l’educazione: ecco perché è nata la scuola itinerante di alfabetizzazione. Per 30 anni la diocesi di Wamba ha creato scuole miste Pigmei-Bantu, considerate come strumento per l’integrazione del Pigmeo nella società bantu. Ascoltando i Pigmei passati per esse e i bambini che le frequentano attualmente però constatiamo che l’emarginazione persiste. Spesso infatti i bambini bantu molestano quelli pigmei facendo commenti sul loro odore o sul loro modo di vivere provocando reazioni violente che vengono sanzionate con castighi. Un giorno dopo l’altro i bambini pigmei si stan- cano e abbandonano la scuola, anche per la mancanza di creatività e di attività educative ca- paci di instaurare relazioni diverse. LA SCUOLA ITINERANTE Osservando il grande numero di bambini non scolarizzati e il desiderio di alcuni giovani e adulti di imparare a leggere e scrivere, abbiamo iniziato la scuola itinerante di alfabetizzazione : vo- gliamo usare una pedagogia creativa, semplice e adattata alla cultura pigmea, che permetta loro di imparare a leggere e scrivere nello stesso tempo in cui giocano e rafforzano la loro dignità. Vogliamo prenderci molta cura delle relazioni partendo dal valorizzare i bambini. A grandi linee la nostra scuola funziona così: ne- gli accampamenti pigmei cerchiamo un luogo adatto, in ombra, in cui appendere un telo che ri- porta un numero, una lettera, illustrati con un di- segno che si riferisce al loro ambiente. Quando i bambini arrivano per guardare il disegno, into- niamo un canto o due che sono già diventati delle hit tra di loro e che ricordano loro, attra- verso le parole, che sono figli di Dio. Dopodiché li invitiamo a descriverci quello che vedono e, gradualmente, accompagniamo le loro risposte fino al numero, alla lettera o al colore che vo- gliamo insegnare loro. In poco tempo tutto l’ac- campamento si riunisce attorno al telo-lavagna. Dopo il breve dialogo che facciamo in lingua swahili e in kidjombe, la loro lingua nativa, li invi- tiamo a colorare delle schede preparate con lo stesso disegno del telo. Tutto l’accampamento si coinvolge nell’attività assieme ai bambini. Correggiamo poi sempre le schede disegnando un cuore o una stella sorridente, dopodiché di- pingiamo loro il viso con il numero o la lettera imparate e con alcuni motivi tipici delle loro pit- ture corporali. Concludiamo con qualche bi- scotto e con un breve video educativo legato alla lezione imparata. Poco per volta vediamo che gli incontri suscitano in bambini e adulti il gusto di incontrarci e di stringere legami di amicizia, e questi stimolano a loro volta il desiderio di continuare. Consideriamo molto importante il fatto che nella nostra équipe siamo due e diversi: un sacerdote e una laica missionaria. La differenza di genere e il diverso ruolo che abbiamo ci permette di por- tare in modo migliore affetto, sicurezza, dignità. Crediamo che l’amore offerto loro li educhi, li co- struisca, li ricrei: «Solo l’amore genera meravi- glia, solo l’amore trasforma in miracolo il fango», cantava il cubano Silvio Rodríguez. Al di là dell’efficacia e dei programmi, deside- riamo trasmettere questo amore che dà dignità, rigenera e trasforma, rivelando in ciascuno il volto di Dio. In pochi mesi vediamo già un atteggiamento molto positivo verso di noi e verso la scuola itine- rante, così come tra di loro e con la popolazione bantu che li circonda. Il nostro impegno è seminare amore, vita, gioia, dignità, Regno di Dio. Altri raccoglieranno. Andrés García Fernández © Andrés García Fernández © Andrés García Fernández AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT

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