Missioni Consolata - Marzo 2017
72 amico MARZO2017 Perché hai deciso di diventare missionario e, soprattutto, perché della Consolata? Ho conosciuto i missionari e le missionarie della Consolata nella mia parrocchia di origine, San Geronimo de Pasacaballos. Una delle cose che sempre mi colpiva di loro era la capacità di met- tere a vivere insieme persone diverse, e anche di diversi paesi. Ho avuto il dono di conoscere sa- cerdoti italiani, africani e molti dell’America La- tina, continente che iniziava a dar frutto con di- versi padri giovani. Un altro motivo era la capacità dei missionari di avere relazioni umane con tutti, con anziani, adulti, bambini e di non lasciare nessuno fuori. Oltre a guidare la mia parrocchia, i missionari ac- compagnavano altri villaggi, dove molte volte dovevano restare a dormire per la lontananza e le strade non molto buone. Io ho accompagnato molte volte i padri in quei giri e anche questo mi ha animato a diventare missionario. I missionari avevano una grande capacità di gestire una pa- storale organica, nessuno considerava come pro- prio quello che si faceva. Puoi raccontare la tua storia missionaria? Ho iniziato il mio cammino all’età di 17 anni con la formazione. Avevo appena finito le scuole su- periori. Il primo anno propedeutico nel 2004 l’ho fatto nella citta di Bucaramanga, Colombia. Lì eravamo 11 seminaristi. Nel 2005 ho iniziato i due anni di filosofia a Me- dellin. Dopodiché ho vissuto l’anno di noviziato in Argentina, dove, il 29 dicembre del 2007, in 11 abbiamo fatto la prima professione religiosa: era- vamo quattro Colombiani, quattro Brasiliani, due Argentini, un Venezuelano. Da lì ognuno ha rice- vuto la sua destinazione per i tre anni di teologia. Io sono stato destinato a Roma. Dal 2011 al 2012, ho vissuto l’anno di pastorale in Calabria, a Platì, dove ho vissuto un anno bello di contatto con la realtà italiana. Dal 2012 al 2014 ho studiato la pastorale giova- nile a Torino, e il 19 luglio del 2014 sono stato ordinato sacerdote nella mia parrocchia di ori- gine. Adesso da due anni mi trovo nella parroc- chia di Galatina, in Puglia, dove svolgo il mio mi- nistero sacerdotale e dove mi dedico all’anima- zione missionaria, partendo dall’oratorio. Puoi dire due parole sul paese in cui ti trovi oggi? Quali sono le sue sfide missionarie? Dalla prospettiva della pastorale giovanile in Ita- lia, una delle sfide che trovo è il difficile rapporto dei giovani con la fede, anche se dentro, loro cercano di dare una risposta a questo desiderio. Un’altra sfida è quella di indicare ai nostri giovani e alle nostre comunità come vivere la missiona- rietà della Chiesa. Parole di corsa di Luca Lorusso Preparate le strade «Un prete colombiano in un oratorio Italiano». Si definisce così padre Dawinso Licona Sierra, nato a Cartagena de Indias, Colombia, il 1/4/1986, secondo di tre fratelli maschi. Dopo gli studi a Roma si è fermato in Italia, a Galatina, pro- vincia di Lecce. © Dawinso Licona Sierra
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