Missioni Consolata - Marzo 2017
MARZO2017 amico 71 Hernán Piñera/Flickr.com dopo l’ennesimo dolore, l’en- nesimo fallimento. È la paura di essere solo: que- sta è la vera morte, non la morte del corpo, ma l’assenza di Dio. Silenzio. Penso ai momenti più difficili della mia vita: cosa ne sarebbe stato di me se fossi rimasto completa- mente solo, se Dio non mi avesse amato, anche attra- verso un gesto di una persona a me vicina? A volte basta poco, per sopravvivere. Lettore 1: E di fronte a tutto questo, alla vera morte che ci spaventa, come risponde Dio? Dio, forse, non risponde, ma vive: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14,6). La sua rispo- sta è vivere ciò che noi viviamo. Vive con noi e prima di noi l’a- gonia, nel Getzemani, la morte, la solitudine. Gesù, che è Dio, attraversa con noi e per noi l’assenza stessa di Dio: «Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?» (Mt 27,46), grida sulla croce con le parole del salmo 22. Gesù non risponde, non dà spiegazioni, ma ama. Ci ama sino a vivere la nostra morte e a trasformarla in vita. tutti a cori alterni Voci femminili: Ma se io, Si- gnore, tendo l’orecchio e imparo a di- scernere i segni dei tempi, distintamente odo i segnali della tua rassicurante presenza alla mia porta. Voci maschili: E quando ti apro e ti accolgo come ospite gradito nella mia casa il tempo che passiamo insieme mi rinfranca. Vf: Alla tua mensa divido con te il pane della tenerezza e della forza, il vino della letizia e del sacrifi- cio, la parola della sapienza e della promessa, la preghiera del ringraziamento e dell’abbandono nelle mani del Padre. Vm: E ritorno alla fatica del vi- vere con indistruttibile pace. Il tempo che è passato con te sia che mangiamo sia che be- viamo è sottratto alla morte. Vf: Adesso, anche se è lei a bussare, io so che sarai tu a entrare; il tempo della morte è finito. tutti: Abbiamo tutto il tempo che vogliamo per esplorare danzando le iridescenti tracce della Sapienza dei mondi. E infiniti sguardi d’in- tesa per assaporarne la Bellezza. ( Carlo Maria Martini, Ma tu stai alla mia porta , in Sto alla porta , Centro Ambro- siano, 1992) Silenzio. Contem- plazione della croce. Dopo il silenzio, la guida invita alla condivi- sione di pensieri, preghiere, sentimenti nati dalla Parola. padre nostro Canto: Il canto dell’amore (Is 43). Leonardo Bussola chiamato Saulo. E così lapida- vano Stefano mentre pregava e diceva: “Signore Gesù, accogli il mio spirito”. Poi piegò le gi- nocchia e gridò forte: “Signore, non imputar loro questo pec- cato”. Detto questo, morì». Lettore 1: Il termine «martire» deriva dal greco e indica «colui che fa da testimone». Il martire cristiano è colui che professa la verità in cui ha posto la sua fi- ducia. Anche quando è sco- moda. Siamo deboli e la verità ci smaschera per ciò che siamo. Ma proprio per questo ci rende liberi. Per seguire Cristo bisogna mo- rire. Deve morire l’uomo vec- chio che è in noi, ci insegna Paolo, per lasciare posto al- l’uomo nuovo. L’uomo nuovo è Cristo che nasce in noi, in noi desidera abitare, perché noi ri- nasciamo in Lui. «In verità ti dico, se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio». (Gv 3,3) L’anno santo della misericordia ci ha insegnato che il primo modo per rinascere, per morire a noi stessi, per compiere il martirio-testimonianza è ap- punto la misericordia: «Miseri- cordia io voglio e non sacrifi- cio» (Mt 9,13), una misericordia vissuta con la consapevolezza che è il Signore a posare il suo sguardo d’amore per primo su di noi, prima di ogni nostro sforzo o sacrificio. È l’espe- rienza vissuta da Pietro al canto del gallo, quando il Signore si voltò e fissò lo sguardo su di lui (Lc 22,58-61). Non è l’uomo a volgersi per primo a Dio, ma Dio per primo si volge con uno sguardo d’a- more verso l’uomo e lo chiama. Lettore 2: Ma allora qual è l’uomo vecchio che deve in noi morire, qual è il martirio-testi- monianza cui siamo chiamati? L’uomo vecchio è la resistenza a Dio. È l’orgoglio. È paura che Dio non mi ami davvero ma vo- glia «comandare dall’alto», op- pure paura di non riuscire, di non essere all’altezza, magari AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT
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