Missioni Consolata - Marzo 2017

Cari mission@ri nità e la diversità tra la nostra vita presente e la vita da risorti. «N. 999 Come (risucitano i morti)? Cristo è risorto con il suo proprio corpo: “Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!” (Lc 24, 39); ma egli non è ritornato ad una vita terrena. Allo stesso modo, in lui, “tutti risorgeranno coi corpi di cui ora sono ri- vestiti”, ma questo corpo sarà trasfigurato, in “cor- po spirituale” (1 Cor 15, 44). «“Ma qualcuno dirà: ‘Co- me risuscitano i morti? Con quale corpo verran- no?’. Stolto! Ciò che tu se- mini non prende vita, se prima non muore, e quello che semini non è il corpo iniziato una serie di arti- coli per approfondire la conoscenza dell’Islam, rendendoci perfettamen- te conto della sfida di pre- sentare una realtà com- plessa, non omogenea e con una storia più che millenaria. Cercheremo di tener conto dei suoi sug- gerimenti. Andando invece alla que- stione che lei solleva circa il Credo e la resurrezione dei morti, non ho qui la pretesa di rispondere alle sue domande. Evidenzio solo alcuni dati biblici. Il primo: nella Bibbia la persona umana non è composta da due elemen- ti separabili (anima e cor- po) come invece siamo a- bituati noi a considerarla in base alle nostre convin- zioni ereditate dalla filo- sofia greca. La persona u- mana è tale perché è car- ne ( b ā s ā r ), spirito ( ruakh ), anima ( nephesh ) e cuore ( l ē b ). Queste non sono parti (separabili) dell’uo- mo, ma solo aspetti diver- si del suo unico modo di essere/esistere. La per- sona è tale perché è unità di tutti questi aspetti. La morte non è la separa- zione dell’anima dal cor- po, ma la nascita di tutta la persona in un modo del tutto nuovo, al di fuori della nostra esperienza spazio-temporale ( kro- nos ) ma nella dimensione del tempo di Dio ( kairos ). Prendiamo l’esempio di Gesù risorto. Dalla de- scrizione che ne abbiamo nei Vangeli sappiamo che Gesù si può toccare, porta i segni della passione, parla e ascolta, cammina e mangia. Eppure Gesù entra in una stanza chiusa senza passare dalla por- ta, si presenta in luoghi diversi e scompare come è apparso, e via dicendo... tutti indizi che ci fanno ca- pire come sia la persona vera e concreta di Gesù, quella che i discepoli han- no incontrato, ma anche come lui sia «altro», il Ri- sorto. Concludo citando il «Ca- techismo della Chiesa Cattolica» che citando san Paolo usa l’immagine bel- lissima del seme e del fio- re/pianta per spiegare l’u- 6 MC MARZO2017 redazione@rivistamissioniconsolata.it mcredazioneweb@gmail.com © AfMC / Chiara Giovetti FACEVANO 200 (+2) ANNI IN DUE Lo scorso 28 settembre padre Giovanni Battista De- michelis (quello con il cappello in testa nella foto) è «nato al cielo». Nativo di Sampeyre (Cn) aveva vissu- to tra noi 100 anni e 26 giorni, celebrando 75 anni di sacerdozio di cui ben 44 in Colombia dove è rimasto dal 1948 al 1992, prestando il suo servizio a Guata- quí, San Vicente del Caguan, Doncello, Rionegro, Mo- delia, Tocaima, Calí, Bogotá, Puerto Rico e Paujil. Tornato in Italia è stato rettore della chiesa del Beato Allamano per alcuni anni e poi confessore nella stes- sa, servizio che ha smesso solo quando ormai ultra novantenne si è ritirato ad Alpignano. Nella foto, scattata ad Alpignano il 23 giugno 2016, sta spingendo la carrozzella su cui è seduto padre Bartolomeo Malaspina. A quel tempo i due, insieme, facevano 200 anni e aspettavano il 23 gennaio 2017 per celebrare i 202. Ma il 7 gennaio anche padre Bar- tolomeo ha ricevuto un’offerta che non ha potuto ri- fiutare e i due sono ora insieme nel giardino di Dio, dove godono della compagnia di Colui che è stato la ragione della loro vita e degli altri 801 missionari e 940 missionarie della Consolata che li hanno prece- duti lassù. Padre Bartolomeo Malaspina era nato a Sezzadio (Al) nel 1915, sacerdote nel 1939, nel 1941 era stato arruolato come cappellano militare e man- dato in Tunisia. Fatto prigioniero dagli inglesi nel 1943, aveva fatto con i soldati sopravvissuti tre duris- simi anni di prigionia, durante i quali era stato dato per morto dai superiori perché impossibilitato a co- municare con Torino. Rientrato in Italia ha insegnato scienze naturali a generazioni di missionari e dal 1978 ha curato la conservazione e l’allestimento del «Museo etnologico e di scienze naturali» nella Casa Madre di Torino, servizio svolto fino al 2008. Rimasto ancora arzillo e servizievole in Casa Madre, solo nel maggio 2016, ormai centenario, si è ritirato ad Alpi- gano per farsi trovare pronto all’ultimo appello. (MC)

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