Missioni Consolata - Marzo 2017

punizione crudele - è l’opera di una famiglia di giu- sti che le offre aiuto e protezione, a rischio della loro stessa vita. Questi forniscono infatti alla Na- dia documenti falsi, in cui risulterebbe essere una loro parente, moglie di loro figlio. Con un velo e una veste integrale islamica riesce così a fuggire e a rifugiarsi in Kurdistan, al sicuro. Finiscono così i tre mesi di prigionia e tortura a cui, a differenza di tante altre donne yazide, è ri- uscita a sottrarsi. Da lì, poi, muoverà in Germa- nia, a Stoccarda, dove riceverà aiuto e assistenza e dove avrà inizio il suo impegno politico per il ri- conoscimento del genocidio yazida. Certo, aveva altri sogni nella vita, Nadia, prima di quell’agosto: diventare un’insegnante di storia o una trucca- trice, racconta. Tanti premi, nessun impegno concreto Ne siamo certi, non esiste premio al mondo, per quanto prestigioso, che possa consolarla della perdita della sua vita di un tempo, scomparsa nel giro di pochissimi giorni. Quella vita semplice di cui racconta, pur segnata da povertà e stenti, resta impressa nella sua me- moria come simbolo di una felicità perduta, quasi un idillio. Oggi l’indifferenza del mondo sembra non darle pace. Un muro di gomma, quello che si trova ad affrontare ogni giorno, fatto di grandi eventi e onori, di premi, immagini e marketing, ma di nessun impegno e sostanza politica. La ve- rità - e Nadia lo sa benissimo - è che nessuno li vuole, i sopravvissuti yazidi. Nessuno vuole pren- dersi l’onere e l’onore di aiutare questa gente. In un’Europa che - pur di tenersi lontani i profughi - è persino disposta a finanziare lautamente regimi liberticidi, dalla Turchia alla Libia. Degli Yazidi non importa nulla a nessuno. O quasi a nessuno. E non sarà un caso allora, come mi ha raccontato la stessa attivista yazida, che una felice eccezione sia costituita dal Land tedesco del Baden-Würt- temberg, guidato dal governatore verde Winfried Kretschmann. Cattolico praticante, proveniente lui stesso da una famiglia di profughi rifugiatisi nel Sud della Ger- mania al tempo della seconda guerra mondiale, Kretschmann ha voluto impegnarsi di persona non solo per accogliere, ma anche per fornire assi- stenza medica e psicologica alle vittime yazide. Certo si tratta solo di un timido barlume in un mare di tenebra. Eppure, per questo piccolo po- polo, anche i 2.500 bambini e donne traumatizzati accolti e curati in questo Land rappresentano una grande conquista, e una speranza per il domani. O, forse, molto di più: il sogno di un domani an- cora possibile che si concretizza per gli adoratori dell’Angelo Pavone e per i loro figli, là dove solo morte e orrore sembravano possibili. E qui, in questo piccolo segnale di un’umanità ritrovata, scopro forse il segreto di Nadia Murad, della sua ineluttabile forza. Simone Zoppellaro YAZIDI MARZO2017 MC 49 D F ONTI E B IBLIOGRAFIA • Patrick Cockburn, L’ascesa dello stato islamico. ISIS, il ritorno del jihadismo , edizioni Stampa Alternativa, 2015. • Christine Allison, Yazidis , voce dell’Encyclopædia Iranica pub- blicata dalla Columbia University e disponibile online, 2004. • Gianfilippo Terribili, Via della seta. In pellegrinaggio con gli Yazidi , 2 settembre 2015, Atlante, rivista del portale Treccani. • Giuseppe Furlani, Gli adoratori del pavone. I yezidi: i testi sacri di una religione perseguitata , ed. Jouvence, 2016. • Simone Zoppellaro, La guerra agli yazidi sul corpo delle donne , 9 agosto 2016, il Manifesto. • Claudia Ryan, Hana la Yazida. L’inferno è sulla Terra , Edizioni San Paolo, 2016. S ITOGRAFIA • www.yazda.org Il sito dell’omonima organizzazione degli Yazidi. • www.nadiamurad.org Il sito ufficiale di Nadia Murad. Q UESTO DOSSIER È STATO FIRMATO DA : • S IMONE Z OPPELLARO - Nato a Ferrara, è giornalista free- lance. Dopo gli studi ha trascorso otto anni lavorando fra l’Iran, l’Armenia e la Germania. Ha lavorato per oltre due anni come corrispondente per l’«Osservatorio Balcani e Caucaso». I suoi articoli appaiono regolarmente su vari quotidiani e riviste na- zionali. Collabora con l’Istituto italiano di cultura a Stoccarda, dove vive. Per MC ha pubblicato i reportage su Nagorno Kara- bahk (agosto 2016) e Armenia (ottobre 2016). • A CURA DI : Paolo Moiola, giornalista redazione MC. • F OTO DELLE COPERTINE In prima di copertina : Nadia Murad, insignita del Premio Sa- kharov per i diritti umani, parla a Strasburgo davanti al Parla- mento europeo il 13 dicembre 2016. In ultima di copertina : profugo yazido nel campo di Nea Kavala, vicino a Polikastro, nel Nord della Grecia (agosto 2016). A destra: le yazide Nadia Murad e Lamiya Aji Bashar (in secondo piano) con Martin Schulz, ex presidente del Parlamento europeo, durante la cerimonia del 13 dicembre 2016. D © European Union 2016 - European Parliament

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