Missioni Consolata - Marzo 2017

GUERRE E COLPI DI SPUGNA S econdo il dizionario Treccani, genocidio è un termine coniato, in forma inglese ( ge- nocide ), dal giurista polacco Raphael Lem- kin nel 1944 e pubblicamente usato nel processo di Norimberga (1946). «Grave crimine - continua il Treccani -, di cui possono rendersi col- pevoli singoli individui oppure organismi statali, consistente nella metodica distruzione di un gruppo etnico, razziale o religioso, compiuta at- traverso lo sterminio degli individui, la dissocia- zione e dispersione dei gruppi familiari, l’imposi- zione della sterilizzazione e della prevenzione delle nascite, lo scardinamento di tutte le istitu- zioni sociali, politiche, religiose, culturali, la di- struzione di monumenti storici e di documenti d’archivio, ecc.». Alla luce di questa definizione, è facile rendersi conto che la storia annovera molti genocidi (an- che se alcuni non sono unanimemente riconosciuti come tali): lo sterminio dei popoli amerindi du- rante la conquista delle Americhe, il genocidio armeno ad opera della Tur- chia ottomana (1915- 16), lo sterminio de- gli ebrei e dei rom durante l’epoca na- zista, quello perpe- trato dai Khmer rossi in Cambogia (1977-79), quello dei musulmani di Bo- snia nella guerra della ex Jugoslavia (1995), quello dei Tutsi in Rwanda nel 1994. Senza dimenticare, ai giorni nostri, i molti popoli indigeni - alcuni formati da poche decine di indivi- dui - che sono a rischio d’estinzione a causa dei «bianchi». I n Siria (nella parte settentrionale, denominata Rojava ) e Iraq i Curdi sono in prima fila nella guerra contro il Daesh (Isis). Ma sono osteg- giati - per questioni politiche - da tutti gli stati della regione, a iniziare dalla Turchia del ditta- tore Erdogan. Gli Y AZIDI sono una piccola popola- zione kurdofona - le stime più alte parlano di 700 mila persone - a sua volta perseguitata e oggi vit- tima dei miliziani del Daesh. Nella regione natale, nel Nord Ovest dell’Iraq, attorno alla città di Sin- jar, migliaia dei loro uomini sono stati uccisi, men- tre un numero imprecisato delle loro donne sono state fatte schiave sessuali dagli uomini del Ca- liffo nero. Nel 2016 due di esse, N ADIA M URAD B A - SEE T AHA e L AMIYA A JI B ASHAR , fuggite in Ger- mania, sono state insignite del «Premio Sacharov per la libertà di pensiero», assegnato dal Parla- mento europeo (dal 1988). Lamiya ( nella foto ) porta sul viso e sul corpo i segni delle sofferenze patite. Sappiamo che il traffico di esseri umani e la riduzione in schiavitù è un affare mondiale. Il Daesh è un passo avanti: utilizza il Corano per giustificare questo trattamento. In Dabiq , la sua rivista (dalla grafica ricercata), sono stati pubbli- cati articoli per spiegare la correttezza del com- portamento dei pro- pri miliziani stupra- tori. Per credere leg- gere Dabiq n. 4 e n. 9. T errorismo, guerre non di- chiarate, con- flitti cosiddetti a bassa intensità: le definizioni non man- cano. Probabilmente la sintesi più efficace è da attribuire a papa Francesco che, nell’agosto del 2014, disse: «Siamo entrati nella Terza guerra mondiale, solo che si combatte a pezzetti, a capitoli». Ci sono popolazioni che si vorrebbe can- cellare con un colpo di spugna. Ma che, in un modo o nell’altro, ri- escono a resistere e a sopravvivere. Anche, una volta tanto, grazie all’informazione. Quella poca che rimane nell’epoca del post-giornalismo e della post-verità. PaoloMoiola Q uesto è il primo di due dossier che dediche- remo alle minoranze dimenticate ed oppresse. In esso simone Zoppellaro parla degli Y aZIdI dell’Iraq. Il prossimo, a firma di Piergiorgio Pescali, sarà centrato sui R ohIngYa , la minoranza musulmana perseguitata nel Myanmar buddhista di aung san suu Kyi, premio nobel per la pace. ( pa.mo. ) © European Union 2016 - European Parliament 36 MC MARZO2017 D

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