Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2017

zionare ogni abuso in questo particolare setto- re significa non far pas- sare più il messaggio che le mafie danno lavo- ro mentre lo Stato no! Oltre alla magistratura e alle forze di polizia oc- corrono adeguate forme di organizzazione e mo- bilitazione affinché tutti uniti si ponga fine a un sistema altamente noci- vo che sta trasformando l’economia legale in eco- nomia criminale. Vincenzo Musacchio, giurista e direttore della Scuola di Legalità «don Peppe Diana» di Roma e del Molise, 19/11/2016 COLOMBIA Gentilissimo Dr. Moiola, martedì scorso sono ve- nuta in Via Cialdini per il documentario di Gianni Minà e ho preso uno dei numeri della Rivista MC Novembre 2016, che gentilmente offrivate. Già da tempo conosco i suoi articoli ed ora ho appena finito di leggere quelli sulla Colombia e voglio manifestarle tutto il mio apprezzamento per la chiarezza e il rigo- re con cui li costruisce. Leggere pagine come le sue, è un vero piacere! Ho ritrovato nomi di mis- sionari e luoghi a me molto cari e non soltanto per aver parlato dei pro- getti Missionari per molti anni nelle mie lezioni, ma anche per evocazioni di un passato personale. Grazie ancora per la sua costante attenzione per la Colombia e per le sue popolazioni indigene! Molto cordialmente Silvia Giletti Progetto Diritti Umani e Globalizzazione Università degli Studi di Torino 26/11/2016 tecnico che si incarichi di elaborarne il progetto. Per ora il Cdi funziona in locali improvvisati, e mi sembra che stia riscuo- tendo sempre maggiori consensi tra gli indigeni e tra gli studenti e inse- gnanti specialmente del- le università locali. Sono sempre più frequenti quelli che ci cercano e consultano i nostri archi- vi; inoltre gradualmente finiscono per ingaggiarsi nel nostro lavoro e nel nostro sport preferito che è quello della difesa dei diritti dei popoli indi- geni. A tutti voi che seguite le nostre attività/avventure, un buon Natale e un an- no nuovo degno di buoni missionari; vi ricordo sempre nei miei sciama- nismi. Con affetto. fratel Carlo Zacquini Boavista, Roraima 05/12/2016 MAFIE EDENARO PUBBLICO La trasformazione dell’economia normale in economia criminale I soldi pubblici (prove- nienti da appalti, sovven- zioni, contributi, conces- sioni e così via) costitui- scono lo scopo primario del potere delle nuove mafie in Italia e segnano il connubio tra organiz- zazioni criminali, mondo dell’imprenditoria e poli- tica. Quest’alleanza ge- nera un vero e proprio si- stema criminale, paral- lelo a quello legale, poco rischioso e dai guadagni incalcolabili. La crimina- lità organizzata ormai ha esteso i suoi tentacoli in ogni regione italiana condizionando il settore dell’imprenditoria che lavora soprattutto con i soldi pubblici. L’infiltra- zione nel sistema di as- segnazione e gestione del denaro pubblico av- viene attraverso imprese «immacolate» sotto ogni punto di vista ma che, di fatto, sono già controlla- te dalla criminalità orga- nizzata. L’intimidazione è l’extrema ratio, in quanto la mafia, attraverso il si- stema corruttivo e il so- stegno economico a que- ste imprese, che spesso sono in crisi, riesce a ge- stire il tutto senza parti- colari clamori e nella massima trasparenza. Per far sì che le imprese «mafiosizzate» siano be- neficiarie dei fondi pub- blici la criminalità orga- nizzata deve fare in modo che le altre imprese non presentino offerte o si ri- tirino dalle gare. Le or- ganizzazioni criminali se riescono, fanno presen- tare offerte ad altre im- prese che già gestiscono, in caso contrario, utiliz- zano il metodo mafioso «classico» (intimidazioni di ogni genere fino all’o- micidio) per far sì che l’impresa che l’organiz- zazione ha cooptato ri- sulti aggiudicataria uni- ca. Nel caso d’imprese non controllate ed esclu- se dalla gara, occorre impedire alle medesime di rivolgersi agli organi giudiziari ed anche in questa ipotesi, all’intimi- dazione si preferisce il meccanismo corruttivo mediante la promessa di vantaggi economici o di partecipazione a future gare, fermo restando che se non funziona il meto- do «dolce» si utilizzerà quello violento. In questo sistema particolarmente articolato, svolgono una parte predominante im- prenditori, politici, fun- zionari pubblici, progetti- sti, direttori dei lavori, tutti con funzioni e com- piti specifici. Utilizzando lo strumento delle tan- genti, la politica garanti- sce alle mafie l’erogazio- ne dei soldi pubblici e il sistema del massimo ri- basso costituisce il ter- reno fertile per l’infiltra- zione mafiosa e per il perfezionamento dell’al- leanza. L’alterazione del- la gara avviene sempre determinando in via pre- ventiva i ribassi che cia- scun’impresa deve indi- care nella sua offerta. A questa situazione ormai endemica imposta dalle mafie, soggiacciono qua- si tutte le imprese sul territorio nazionale che estendono i loro affari anche in ambito europeo e internazionale, poiché, di fatto, non avrebbero alternative plausibili. Co- me porre rimedio a una situazione a dir poco a- berrante come questa in precedenza esposta? A tal proposito ci vengono in soccorso le intuizioni di Rocco Chinnici, di Gio- vanni Falcone e di Paolo Borsellino, secondo i quali bisognerebbe inda- gare sui flussi di denaro e sui complici «puliti» delle mafie, ad esempio, controllando tutte le ditte partecipanti a una gara, disciplinando in maniera ferrea il sistema della revisione dei prezzi, delle varianti in corso d’opera e degli enti appaltanti. A mio giudizio, andrebbe tassativamente elimina- to il sistema del massi- mo ribasso che offre no- tevoli possibilità di falsa- re le gare pubbliche. In conclusione, vorrei ricor- dare che l’ex magistrato Antonio Ingroia, dichiarò dinanzi alla Corte d’Assi- se di Caltanissetta che Paolo Borsellino gli con- fidò di essere convinto che, attraverso il carteg- gio di Giovanni Falcone sull’inchiesta «Mafia e Appalti», si sarebbero potuti individuare i mo- venti della strage di Ca- paci. Questo dimostra quanto importante sia il settore dell’erogazione di denaro pubblico e dun- que occorre battersi per la prosecuzione delle at- tività e delle idee di Fal- cone e Borsellino. Preve- nire, controllare e san- 74 MC GENNAIO/FEBBRAIO2017 Continua da pag. 7 Cari mission@ri redazione@rivistamissioniconsolata.it mcredazioneweb@gmail.com

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