Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2017
52 MC GENNAIO/FEBBRAIO2017 pre più multiculturale risolvesse il problema della mancanza di una visione. Le spiegazioni In un paese diviso lungo linee di- verse che si sovrappongono - di- sparità sociali e di reddito, salti ge- nerazionali, identità culturali ed etniche-razziali, ubicazioni geogra- fiche ed esistenziali, livelli di edu- cazione scolastica - i messaggi lan- ciati e ricevuti con l’elezione di Do- nald Trump alla presidenza degli Stati Uniti sono vari. Ci sono due tentativi principali di spiegare quanto accaduto. La prima spiega- zione è di tipo materialistico: Trump è stato eletto dai dimenti- cati e perdenti del sistema econo- mico e finanziario, dagli snobbati del sistema informativo, dagli esclusi dal sistema educativo. La seconda spiegazione è di tipo identitario: Trump è stato eletto da quanti si sono ritrovati nel mes- saggio non solo anti-immigrazione e anti-musulmano (non scono- sciuto all’Europa di oggi), ma nati- vista e razzista, chiaramente « white supremacist » e sottilmente antisemita, isolazionista e violento del candidato anti-establishment. Sono due spiegazioni che devono entrambe far parte del tentativo di spiegare quanto accaduto. Comprendere è un’altra que- stione, se con comprendere vo- gliamo intendere di mettersi nei panni di coloro che, l’8 novembre 2016, hanno accettato e normaliz- zato l’immaginario trumpiano, molto vicino a quello nativista (l’i- dea di un’America in cui sia ancora politicamente, socialmente e cul- turalmente dominante la parte della popolazione composta da bianchi e protestanti) e schiavista di metà Ottocento. Non tutti, né molti degli elettori di Trump sono razzisti, ma non tutti lo hanno vo- tato per esprimere un disagio eco- nomico. È impossibile spiegare l’A- merica solo con i meccanismi di classe, senza ricorrere alla storia dei rapporti tra razze e religioni, e senza una presa di coscienza di come le identità si intersecano e sovrappongono. Contro Obama Il risultato dell’elezione non può essere spiegato senza ricordare che la campagna per la presidenza Trump l’ha, in un certo senso, ini- ziata anni fa, poco dopo l’elezione di Barack Obama nel 2008, accu- sando il nuovo presidente di non essere cittadino americano (« Vo- glio che mostri il suo certificato di nascita », disse più volte) e quindi di essere stato eletto illegittima- mente. Il mandato del primo pre- sidente afroamericano ha incon- trato da parte del Partito repubbli- cano una resistenza tesa non sol- tanto a ostacolarne l’agenda, ma a delegittimarne la funzione. Dal 2008 in poi negli stati governati dai repubblicani ci sono stati siste- matici tentativi (in molti casi coro- nati da successo) di impedire il voto degli americani non bianchi, e degli afroamericani in partico- lare: in aiuto a questo tentativo di revocare le conquiste del civil ri- ghts movement , la Corte Suprema federale (guidata da un chief ju- stice cattolico, John Roberts ) ha cassato una parte della legisla- zione degli anni Sessanta promul- gata per difendere il diritto di voto delle minoranze in quegli stati con una storia di tentativi di privare una parte della popolazione della possibilità concreta di esercitare il diritto di voto. Contro Obama non vi è stata solo la resistenza politica da parte del Partito repubblicano. Anche la Chiesa cattolica, i sindacati di poli- zia, il sistema giudiziario hanno agito per delegittimare la sua pre- sidenza e non hanno fatto molto per mascherare la loro convin- zione di avere a che fare con la presidenza di un alieno rispetto al sistema. L’elezione di Donald Trump è an- che la reazione di un paese spa- ventato, specialmente nella sua componente bianca, da un futuro più multietnico e multiculturale. I silenzi della gran parte dei vescovi © Jim Watson / AFP A sinistra : incontro alla Casa Bianca tra il presi- dente uscente Barack Obama e il presidente eletto Donald Trump (10 novembre 2016). In basso a destra : la Corte Suprema degli Stati Uniti; seduto al centro il giudice capo John Roberts; alla sua destra, Antonin Scalia, morto nel febbraio 2016. STATI UNITI #
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