Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2017
All’inizio di questo 2017 facciamo nostro il messaggio per la Giornata della pace di papa Francesco. Vi invitiamo alla lettura del testo integrale da www.vatican.va o anche da www.rivistamissioniconsolata.it Auguri di pace a ognuno EDITORIALE Ai lettori La nonviolenza: stile di una politica per la pace Alcuni passaggi dal MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA CELEBRAZIONE DELLA 50ª GIORNATA MONDIALE DELLA PACE, 1° GENNAIO 2017 1. All’inizio di questo nuovo anno porgo i miei sinceri auguri di pace ai popoli e alle nazioni del mondo, [...] ad ogni uomo, donna, bambino e bambina e prego affinché l’immagine e la somiglianza di Dio in ogni persona ci consentano di riconoscerci a vicenda come doni sacri dotati di una dignità immensa. So- prattutto nelle situazioni di conflitto, rispettiamo questa «dignità più profonda» e facciamo della nonvio- lenza attiva il nostro stile di vita. Questo è il Messaggio per la 50ª Giornata Mondiale della Pace. Nel primo, il beato papa Paolo VI si rivolse a tutti i popoli, non solo ai cattolici, con parole inequivocabili: «È finalmente emerso chiarissimo che la pace è l’unica e vera linea dell’umano progresso (non le tensioni di ambiziosi nazionalismi, non le conqui- ste violente, non le repressioni apportatrici di falso ordine civile)». Metteva in guardia dal «pericolo di credere che le controversie internazionali non siano risolvibili per le vie della ragione, cioè delle trattative fondate sul diritto, la giustizia, l’equità, ma solo per quelle delle forze deterrenti e micidiali». Al contrario, citando la Pacem in terris del suo predecessore san Giovanni XXIII, esaltava «il senso e l’amore della pace fondata sulla verità, sulla giustizia, sulla libertà, sull’amore». Colpisce l’attualità di queste parole, che oggi non sono meno importanti e pressanti di cinquant’anni fa. In questa occasione desidero soffermarmi sulla nonviolenza come stile di una politica di pace e chiedo a Dio di aiutare tutti noi ad attingere alla nonviolenza nelle profondità dei nostri sentimenti e valori perso- nali. Che siano la carità e la nonviolenza a guidare il modo in cui ci trattiamo gli uni gli altri nei rapporti in- terpersonali, in quelli sociali e in quelli internazionali. Quando sanno resistere alla tentazione della ven- detta, le vittime della violenza possono essere i protagonisti più credibili di processi nonviolenti di costru- zione della pace. Dal livello locale e quotidiano fino a quello dell’ordine mondiale, possa la nonviolenza diventare lo stile caratteristico delle nostre decisioni, delle nostre relazioni, delle nostre azioni, della poli- tica in tutte le sue forme. 2 MC GENNAIO/FEBBRAIO2017 Un mondo frantumato 2. Il secolo scorso è stato devastato da due guer- re mondiali micidiali, ha conosciuto la minac- cia della guerra nucleare e un gran numero di altri conflitti, mentre oggi purtroppo siamo alle prese con una terribile guerra mondiale a pezzi. [...] Que- sta violenza che si esercita «a pezzi», in modi e a li- velli diversi, provoca enormi sofferenze di cui sia- mo ben consapevoli: guerre in diversi paesi e conti- nenti; terrorismo, criminalità e attacchi armati imprevedibili; gli abusi subiti dai migranti e dalle vittime della tratta; la devastazione dell’ambiente. A che scopo? La violenza permette di raggiungere obiettivi di valore duraturo? Tutto quello che ottie- ne non è forse di scatenare rappresaglie e spirali di conflitti letali che recano benefici solo a pochi «si- gnori della guerra»? La violenza non è la cura per il nostro mondo fran- tumato. Rispondere alla violenza con la violenza conduce, nella migliore delle ipotesi, a migrazioni forzate e a immani sofferenze, poiché grandi quan- tità di risorse sono destinate a scopi militari e sot- tratte alle esigenze quotidiane dei giovani, delle fa- miglie in difficoltà, degli anziani, dei malati, della grande maggioranza degli abitanti del mondo. Nel peggiore dei casi, può portare alla morte, fisica e spirituale, di molti, se non addirittura di tutti. La Buona Notizia 3. Anche Gesù visse in tempi di violenza. Egli in- segnò che il vero campo di battaglia, in cui si affrontano la violenza e la pace, è il cuore umano: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive» (Mc 7,21). Ma il mes- saggio di Cristo, di fronte a questa realtà, offre la ri- sposta radicalmente positiva: Egli predicò instanca- bilmente l’amore incondizionato di Dio che acco- glie e perdona e insegnò ai suoi discepoli ad amare i nemici (cfr Mt 5,44) e a porgere l’altra guancia (cfr Mt 5,39). Quando impedì a coloro che accusavano l’adultera di lapidarla (cfr Gv 8,1-11) e quando, la notte prima di morire, disse a Pietro di rimettere la
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=