Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2017
Sempre di più arrivano migranti con elevato livello culturale. Ma la valorizzazione delle loro competenze è an- cora lontana. L’Unione europea inizia a par- lare di «corridoi educa- tivi» e alcune città italiane si muovono. Occorre inserire i talenti esteri. Il migrante, percepito come peso, può così divenare risorsa. GENNAIO/FEBBRAIO2017 MC 19 L e decine di migliaia di per- sone migranti che ogni anno concludono il loro drammatico viaggio verso l’Italia nei centri di accoglienza, per certi aspetti, non sono tutte uguali: uno dei fattori importanti che le differenzia le une dalle altre è il loro grado di istruzione. Tutta- via nessuna istituzione a livello go- vernativo sembra ancora curar- sene come si potrebbe e dovrebbe fare, nonostante l’inserimento at- tivo nella società di nuovi arrivati con alte professionalità possa es- sere un notevole valore aggiunto. Chi ha studiato in patria può di- ventare infatti un elemento chiave per favorire i percorsi di inclusione di altri stranieri e combattere i processi di radicalizzazione nel contesto sociale in cui andrà a col- locarsi. Non solo. Il rischio è che la LA RISORSA INTELLETTUALE CHE ARRIVA SUI BARCONI Cervelli migranti frustrazione crescente di chi non trova un’occupazione adeguata alle sue possibilità degeneri in fe- nomeni di marginalità e violenza. Primi passi Se lo stato italiano latita, non così fortunatamente fanno le associa- zioni religiose, le organizzazioni del volontariato, la società civile e molti enti di livello locale, che hanno già mosso i primi passi con- creti per la valorizzazione del li- vello culturale dei migranti e hanno iniziato a valutare gli esiti delle esperienze capofila. Un convegno, presieduto da Janiki Cingoli e Federico Daneo, direttori rispettivamente del Centro ita- liano per la pace in Medio Oriente (Cipmo) e del Centro piemontese di studi africani (Csa), coordinato da Ilda Curti, rappresentante per © Marina Militare Italiana MIGRAZIONI di MARIO GHIRARDI MC A
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