Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2017

10 MC GENNAIO/FEBBRAIO2017 C ammino per le strade di Seul ormai da un paio d’ore. Mi sono preso una giornata di vacanza per girare liberamente in città, visto che forse è l’ultima volta che ho l’opportunità di farlo. La capitale coreana mi piace molto. Ho impa- rato a sentirmi a casa qui, pur senza conoscere la lingua della gente, cosa che mi avrebbe per- messo di apprezzare di più un mondo tanto diverso, eppure così affascinante. Vagolo senza meta, dopo aver pagato il dazio alla cul- tura visitando il tempio confu- ciano di Jongmyo che ancora mancava alla mia agenda di turi- sta, ovviamente interessato, in quanto missionario, alle religioni dell’Estremo Oriente. Bighellono per Tapgol Park, dove un anziano mi ferma, mi chiede da dove vengo e con fatica, in un inglese improbabile, mi racconta perché quel luogo è così importante per l’anima coreana: «Independence from Japan». Mi racconta fatti che risalgono all’inizio del secolo scorso, ma che sembrano di mil- lenni fa se si pensa a cosa è suc- cesso qui da cento anni a questa parte e alla velocità che la storia ha impresso a questo angolo di Diciotto missionari pro- venienti da undici paesi diversi, sparsi in Asia fra i grattacieli e le steppe, confusi tra miliardi di persone, un sussurro di Vangelo che cerca di ar- rivare, anzi, che arriverà, sulle ali dello Spirito, al cuore del grande conti- nente. Questa la realtà dei missionari della Consolata tra Sud Corea, Mongolia e Taiwan. Questo è il pensiero che mi accompagna «turisteggiando» a Seul. QUATTRO PASSI PER SEUL CON GAMBE DA TURISTA E OCCHIO MISSIONARIO Good Morning Korea COREA DEL SUD Testo e foto di UGO POZZOLI MC A Sopra : «I love Seoul, Seoul loves you». Seul (o Seoul in inglese), significa «capi- tale». | Qui a destra : ingresso al Jogyesa Temple, il più famoso tempio buddhista della capitale coreana. #

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