Missioni Consolata - Dicembre 2016

Q uest’anno abbiamo deciso di trascorrere le nostre va- canze estive in modo di- verso e a distanza di qualche setti- mana dal rientro lo confermiamo: «Non potevamo fare scelta mi- gliore!». Il nostro gruppo, composto da sette giovani, dai 18 ai 27 anni, gui- dato da padre Nicholas, missionario keniano ormai da qualche anno residente a Bevera (Lecco), nelle tre settimane di permanenza in Kenya ha avuto la possibilità di vedere diverse realtà e di osservare la quotidianità di una cultura completamente diversa dalla nostra. Nei primi giorni siamo stati ospiti della Familia ya Ufariji , una casa per ragazzi di strada gestita da missio- nari italiani nella periferia di Nairobi. Lì abbiamo potuto osservare le diverse facce di una città cao- tica: la ricchezza di alcuni, la povertà della gran parte della gente comune. La seconda tappa è stata Tuthu, località di montagna situata a 2.200 m, dove è nata la prima missione della Consolata in Kenya. A differenza di quello che si può pen- sare, anche in Africa fa freddo, e lì ne abbiamo avuto la conferma. Tuthu è una realtà molto di- versa da Nairobi, con altri ritmi, altri colori, e con un paesaggio singolare e affascinante, immerso nelle piantagioni di thè, tipiche della zona. Per dieci giorni siamo stati ospiti dalla parrocchia di Sant’Anna a Sega, piccolo villaggio confinante con la parrocchia di Ugunja (dove è nato padre Nicholas). A Ugunja e nelle parrocchie confinanti abbiamo fatto attività di animazione con bambini di diverse età. Ogni giorno avevamo di fronte a noi volti sempre nuovi, con sorrisi pieni di stupore nel vedere che qualcuno si interessava a loro. La gioia e la spontaneità dei bambini nella loro po- vertà è qualcosa difficile da descrivere a parole, ma che sicuramente rimarrà nei nostri cuori. Inol- tre abbiamo avuto la fortuna di conoscere l’intera famiglia di padre Nicholas e molti suoi amici con cui abbiamo condiviso e scambiato parecchi rac- AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT conti. G razie all’affetto e all’accoglienza della gente abbiamo riscoperto il dono del tempo: «Non si è mai troppo di fretta per un saluto e una buona parola per gli altri». Quello che abbiamo incontrato è un popolo po- vero di beni materiali, ma ricchissimo di fede. Ri- cordiamo con ammirazione la loro partecipa- zione alla santa messa come momento di lode e di gioia. Quello che abbiamo fatto in confronto a quanto ci è stato dato è davvero nulla. Infine il nostro viaggio si è concluso con una vi- sita al lago Victoria e il safari nel parco nazionale di Nairobi. Quest’anno non abbiamo visto il mare, né ab- biamo raggiunto rifugi in alta montagna, ma ab- biamo provato emozioni e impresso nella nostra mente ricordi che difficilmente dimenticheremo. di Luca Molteni Kenya, agosto 2016. Sette giovani e la loro gioia dell’incontro con il «continente nero». Scoprire il dono del tempo

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