Missioni Consolata - Dicembre 2016
74 amico DICEMBRE 2016 Mission is possible di Marta Dall’Anese vertà, possiedono una profonda ricchezza inte- riore, provano gratitudine per quel poco che hanno. In ogni loro discorso c’è una benedi- zione, un affidarsi a Dio, segno di una grande fede. Questo ci ha spinti a interrogarci sul nostro credere, spesso dubbioso e debole pur vivendo noi nel benessere. A Saint Hilaire abbiamo visto che la gente vive il senso della comunità cristiana, sa provare gioia e trasmetterla. Siamo stati accolti a braccia aperte con calore e, al mo- mento dei saluti, ci è stata fatta sentire stima per aver scelto di trascorrere le vacanze lì, in- sieme a loro. Per vedere da vicino la realtà abbiamo deciso di spostarci sempre a piedi e di partecipare alle varie attività parrocchiali, come le prove del coro e gli incontri serali delle Cevb, le comunità ecclesiali vi- venti di base. Alla domenica, la comunità è dav- vero «un luogo di festa»: un tripudio di colori negli abiti delle persone e un’esplosione di vita nelle voci, nei canti, nei balli, nel ritmo del tam-tam che non manca mai. L’Africa è davvero la nuova patria di Cristo, a cui l’Europa deve attingere oggi per ri- dare linfa al proprio cristianesimo, per risve- gliarsi. Gli attuali problemi riguardanti l’immi- grazione ad esempio dovrebbero essere affron- tati dall’Europa tenendo a mente le proprie ra- dici cristiane, di cui sembra essersi dimenticata. L’esperienza in Africa deve aiutarci a riportare Cristo all’Europa. Davvero la missione è possibile. È stato bello vivere con la gente di Saint Hilaire, fare visita alle famiglie e ascoltare le loro storie, fare domande su costumi e tradizioni per noi dif- ficili da capire. La missione fa crescere. Non ci è stata offerta una «vita a cinquestelle», ma - usando le parole di padre Santino - «l’in- contro con la vita a tante stelle della gente». Ci portiamo a casa anche un tamburello, rice- vuto in dono dalle suore, con l’augurio di «es- sere, ovunque saremo, una nota bella nel mondo». Sì, siamo ritornati per essere una nota bella nella nostra Italia. D a Casa Milaico siamo partiti in sei: Marta, Marika, Sara, Fran- cesco, Antonio e la nostra guida, padre Osorio, missionario mo- zambicano. Era agosto, destinazione: parrocchia Saint Hilaire, periferia di Kinshasa, Congo RD. Ad accoglierci abbiamo trovato pa- dre Santino, il parroco, e padre Mathias, che hanno condiviso con noi la quotidianità, le rifles- sioni, la gioia e gli imprevisti di questa Africa che per noi era ancora sconosciuta. Ciascuno è partito con quell’ alma misionera , col- tivata durante un anno di formazione missionaria e spirituale, che ci ha permesso di incontrare il Congo con autenticità. Il nostro servizio l’ab- biamo prestato presso il centro ospedaliero di Kingasani, gestito dalle suore Poverelle di Ber- gamo: al dispensario, all’ospizio, al centro ma- ternità, una realtà in cui si assiste alla lotta della vita con morte. Abbiamo parlato con i malati, le neomamme, le suore, il personale. Abbiamo cer- cato di «esserci», più che di «fare», mettendo il cuore in ogni situazione, usando il linguaggio universale dell’amore. L’Africa che abbiamo vissuto ci ha toccato il cuore. Ne siamo rimasti affascinati, ma anche im- pressionati per la sofferenza che abbiamo visto e che gli occhi e il sorriso delle persone nasconde- vano. Pur vivendo in condizioni di estrema po- Da Casa Milaico a Kinshasa e ritorno. Cinque giovani raccontano la sco- perta dell’Africa e della missione.
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