Missioni Consolata - Dicembre 2016

70 amico DICEMBRE 2016 di Antonio Magnante Bibbia on the road Crea inme, oDio, un cuore nuovo Il Salmo 51(50) ci porta nel cuore dell’uomo e nel cuore della sua relazione con Dio. Il peccato e la purifi- cazione si confrontano con la pietà, la fedeltà amorosa e le viscere di misericordia di Dio. spediti verso il Padre che sta aspettandoci da troppo tempo, scegliere Dio e riservare a lui il posto d’onore nella nostra vita. Trasgressione. Il terzo termine, usato come verbo 41 volte e come sostantivo 92, indica pre- cisamente la «ribellione» con- tro Dio (cf. Es 21,8; Ger 3,20; Is 1,20; 50,5). Se peccato e ini- quità evocavano l’immagine di un gregge sbandato, fuori dalla pista giusta e lontano dall’oasi (vedi Ez 34; Lc 15,4-7; Mt 18,12-24), il terzo termine sup- pone una sfida all’indirizzo di Dio. Per questo la trasgres- sione esprime il peccato radi- cale, quello «dei primi genitori» che avrebbero voluto «essere come Dio e conoscere il bene e il male» (Gen 3,5). Qui entra in gioco l’idea di «progetto». Colui che trasgre- disce vuole seguire un suo pro- getto personale e non si preoc- cupa di quale sia il progetto di Dio sulla sua persona. Dio va scrutato e pregato per cono- scere fino al dettaglio quello che ha progettato per me, senza pretendere di dargli dei suggerimenti. etimologicamente il «mancare un bersaglio». L’idea di meta è importante. Il suo valore sim- bolico è ben illustrato da Gdc 20,16, ove si dice che i frombo- lieri «erano capaci di colpire con un sasso un capello senza sbagliare». Il bersaglio per noi è il Signore, ma i nostri occhi, la nostra mente, il nostro cuore sono spesso diretti altrove. Il salmista, dunque, invoca il Si- gnore affinché riorienti tutte le sue facoltà. Il grande peccato, infatti, per la Bibbia è il non la- sciare il primo posto al Signore. Iniquità. L’altro termine è ini- quità, colpa, usato nell’A.T. 227 volte. L’originale termine ebraico deriva dal verbo ‘wh che significa «torcere», «cur- vare», e quindi dà l’idea di una deviazione tortuosa da ciò che è bene. La conversione è, quindi, reinvertire la marcia. La Bibbia usa il verbo «ritornare»: indicativo è il caso del figliol prodigo di Luca, che «parte per un paese lontano» e, conver- tendosi, «ritorna da suo padre» (Lc 15). Convertirsi significa dunque in- vertire la marcia e camminare I l Salmo 51(50), appartiene al genere della supplica indivi- duale. Esso presenta, per così dire, la teologia del pecca- tore. Cosa avviene nel cuore dell’uomo quando prende co- scienza della sua colpa e cerca di aprirsi a Dio? L’incontro con il Creatore lo trasforma in una nuova creatura (cf. 2Cor 5,17), un uomo nuovo (cf. Ef 4,23-24). L’espressione «Pietà di me, O Dio, secondo la tua misericor- dia» apre il salmo con un ap- pello alla misericordia che regge tutta l’impalcatura del testo, ripetendosi diciassette volte attraverso imperativi ri- volti all’ hesed di Dio, cioè al suo tenero amore di padre, e alle sue viscere di madre. CONFESSIONE E RICHIE- STA DI PERDONO (1-9) Il primo passo per la conver- sione è la presa di coscienza del peccato. In apertura del Salmo sono presenti tre termini molto importanti, carichi di va- lenze metaforiche: «trasgres- sioni», «iniquità», «peccato». Peccato. Il termine, che ricorre 595 volte nell’A.T., suggerisce Silvia Sala /Flickr com

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