Missioni Consolata - Dicembre 2016

Ecco alcune delle inizia- tive (e non sono tutte!) per le quali ci avete aiutati in questo 2016. Istruzione e sanità Abbiamo scavato un pozzo a Gui- lamba, Mozambico , comprato le bici per gli insegnanti a Neisu, RD Congo , dotato di microscopio, centrifughe e altro materiale il la- boratorio del dispensario di Mgongo, Tanzania , e messo nuovi banchi, sedie e pc portatili nel centro di formazione per bambini adolescenti e giovani di Tucupita, Venezuela . Stiamo poi mettendo il fotovol- taico nella Secondary School Mary Mother of Grace di Rumuruti, Kenya , migliorando la cucina della scuola elementare di Blessoua, Costa d’Avorio , lavorando alla scuola di formazione in agricol- tura e all’impianto di irrigazione a Maturuca, Brasile , continuando la formazione alla pace per i bam- bini e le loro famiglie a Cartagena de Chairá, Colombia , e soste- nendo doposcuola e Day Care Centre a Arvaiheer, Mongolia . Per questi nove progetti e altri 33 ringraziamo la famiglia della si- gnora Piera Guarnaschelli , che ha sostenuto i missionari della Con- solata per lunghi anni. Abbiamo attrezzato l’ ospedale di Wamba, Kenya , per il servizio di dialisi, rinnovato il laboratorio, in- trodotto un sistema di gestione informatizzato, riattivato il servi- zio di cliniche mobili per i villaggi intorno all’ospedale, intensificato 3. RD CONGO, LA DIFFICILE VIA VERSO LE ELEZIONI Quarantadue anni dopo il celebre incontro fra Muhammad Alì e George Foreman, il grido in lingua lingala che si alza dallo stadio di Kinshasa non è più «Alì, bo- maye!», «Alì, uccidilo», ma «Ka- bila oyebela, mandat esili!», «Ka- bila, sappilo, il mandato è finito». Il 19 dicembre termina infatti il se- condo mandato di Joseph Kabila, il quarantacinquenne presidente congolese succeduto al padre Lau- rent Desiré nel 2001 e riconfer- mato alla presidenza nelle elezioni del 2006 e del 2011, una consulta- zione elettorale quest’ultima, molto discussa e giudicata irrego- lare da diversi osservatori fra cui l’Unione europea. Le elezioni erano previste per quest’anno, ma a ottobre un accordo tra il go- verno e una piccola parte dell’op- posizione (nel dialogo intercongo- lese) ha acconsentito di rimandare il voto al più tardi ad aprile 2018. Si creerà un governo di unità na- zionale affiancato da un comitato di accompagnamento, mentre Ka- bila potrà restare in carica per la transizione. Ma il grosso dell’op- posizione politica e i movimenti sociali non sono d’accordo, così come i vescovi, che hanno abban- donato il «dialogo» a settembre. E, se il conflitto politico a Kinshasa non sempre si limita al confronto dialettico - lo scorso settembre al- meno 47 persone sono morte ne- gli scontri fra polizia e manife- stanti anti Kabila -, l’Est del paese non ha conosciuto un minuto di vera pace dalla fine della guerra del 1997-2003. Lo scorso agosto i miliziani del gruppo islamista di origine ugandese Adf - uno dei Cooperando… 64 MC DICEMBRE 2016 circa settanta gruppi ribelli attivi in Congo - hanno decapitato o bru- ciato vive trentasei persone a Beni, Nord Kivu. La nostra proposta per il Congo I nostri missionari in Rd Congo la- vorano da sempre per ampliare quanto più possibile l’accesso al- l’istruzione e per contrastare l’ab- bandono scolastico : secondo gli ultimi dati Unicef, i bambini che non vanno a scuola sono 13 su cento, dato che sale a 16 nelle aree rurali. Degli scolarizzati, inol- tre, un quarto non arriva alla con- clusione del ciclo primario. Le aree su cui ci concentriamo questo Na- tale sono Kinshasa e Bayenga. Nella capitale, è attivo un pro- gramma di sostegno a distanza per i 360 bambini che frequentano la scuola primaria san Giuseppe d’Arimatea, nel quartiere Sans Fils. Attraverso questo sostegno, la probabilità di abbandono scola- stico si riduce drasticamente per- ché risolve a monte il principale problema delle famiglie, quello di coprire i costi per la retta, i libri, il materiale scolastico. A Bayenga , villaggio in piena fore- sta pluviale nella provincia Orien- tale, i nostri missionari lavorano con la comunità dei pigmei Bam- buti: qui l’iniziativa è quella di creare e rafforzare una scuola iti- nerante, che possa spostarsi da un campement (insediamento) all’al- tro e permettere agli oltre mille bambini non scolarizzati di avere un’istruzione che rispetti e valo- rizzi anche le specificità culturali del loro gruppo etnico, tuttora considerato, dalla maggioranza bantu, composto da cittadini di se- conda categoria. Chiara Giovetti

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=