Missioni Consolata - Dicembre 2016
CONGO RD 60 MC DICEMBRE 2016 di andare in foresta coi genitori per imparare a cacciare. Gli scolari sono accompagnati anche dai maestri che insegnano loro le ca- ratteristiche e i nomi delle piante e degli animali. È una conoscenza diretta della natura che li circonda e da cui traggono sostentamento. I maestri, dopo l’esperienza sul campo, danno loro dei compiti da svolgere». Continua il missionario: «Questo metodo è importante per valoriz- zare la loro cultura, per permet- tere ai pigmei di capirla a fondo, documentarla. In questo modo non rischia di andare perduta. Vi- vendola e praticandola viene con- servata. Ma l’economia di caccia non è più sufficiente per permet- tere loro di sopravvivere. Decenni fa, nella foresta, vivevano poche centinaia di persone, e i clan di pigmei si suddividevano le zone. Con l’arrivo degli stranieri, delle multinazionali del legno, dei cac- ciatori e dei bracconieri, la selvag- gina e le altre risorse naturali sono sempre più scarse. In pas- sato i pigmei cacciavano secondo i bisogni quotidiani, rispettando il ciclo ecologico. Ma ormai anche questa attività non sempre da ri- sultati. Inoltre è sempre più pericoloso andare a caccia o raccogliere erbe e frutti, a causa della presenza di mine antiuomo. Ecco che insegnando non solo a leggere e a scrivere, ma anche co- noscenze di meccanica e di fale- gnameria, i pigmei imparano un mestiere. Da qui la decisione di creare gli atelier artigianali. Quando hanno appreso bene le tecniche, forniamo ai pigmei l’at- trezzatura per lavorare. Così vanno al villaggio più vicino e ri- parano le bici o le motociclette». Un progetto scomodo Proprio perché difende i diritti di questo popolo, padre Antonio ha subito minacce. Più volte la mis- sione e la sede del progetto Etabe sono state prese di mira da ribelli e da chi è contrario a una possi- bile emancipazione dei pigmei. «Nel 2003 - ci racconta padre An- tonio - i soldati governativi hanno distrutto e saccheggiato la mis- sione che avevamo a Etabe. Hanno portato via attrezzi di meccanica, falegnameria e stru- menti elettrici. Nel fango e in mezzo all’erba hanno lasciato brandelli di abiti, quaderni e libri della scuola». Secondo padre An- tonio quel saccheggio nascon- deva la volontà di attuare un ge- nocidio programmato contro la popolazione dei pigmei. Questi si sono salvati miracolosamente grazie alla pronta fuga e poi all’in- tervento degli osservatori Onu, all’epoca guidati dal generale ita- liano Roberto Martinelli. Ci spiega padre Antonio: «Per farmi paura i soldati governativi hanno persino divelto materassi e sollevato i mattoni del pavimento di casa, perché pensavano avessi nascosto qualcosa di prezioso. Mi hanno distrutto tutto alla mis- sione. Per ben due volte ho rico- minciato da zero. Piccoli fratelli di De Foucauld, e da padre Piero Lombardo (poi spostatosi verso Sud, oltre Byakato), ha continuato a consoli- dare il progetto Etabe. A ciò hanno contribuito alcuni gruppi pigmei, i quali hanno aiutato a co- struire le capanne in legno e fango, ricevendo in cambio assi- stenza sanitaria e beni di prima necessità, come cibo e vestiario. I diritti dei pigmei Il progetto Etabe si è sviluppato a partire dal 1994, quando venne edificata la missione a Mikelo-Ka- dodo, poi chiamata semplice- mente Kadodo. Sempre con l’aiuto dei pigmei, sono state realizzate diverse opere, tra cui una cappella in legno, bambù e lamiere ondu- late; un laboratorio di falegname- ria; un magazzino; un ufficio; un piccolo refettorio; una cucina con l’alloggio per il personale della cu- cina; un piccolo dispensario con camera da letto per le infermiere; un laboratorio di sartoria. Nell’arco di quasi 30 anni molto è stato fatto, sia per proteggere la cultura e le attività tradizionali dei Pigmei, sia per fornire loro co- noscenze teorico-pratiche al fine di alfabetizzarli e insegnare utili saperi artigianali. «Con il progetto aiutiamo i pigmei a convivere con la modernità, e allo stesso tempo manteniamo viva la loro cultura e la loro civiltà. Per esempio, quando inizia il pe- riodo dedicato alla caccia tradizio- nale, i bambini al mattino non fre- quentano la scuola, ma sono liberi # A fianco: un’abitazione di pigmei nella fo- resta del Nord del Congo. # A destra: un campo di fagioli in foresta. # Sotto: un anziano nel Nord del Congo. © Flavio Pante
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