Missioni Consolata - Dicembre 2016

DICEMBRE 2016 MC 37 L’ESPERIENZA DEL SERT DI REGGIO EMILIA Da tempo, anche nelle città di medie e piccole dimensioni sono arrivate le droghe più problemati- che. Come il crack. I suoi effetti sulla salute dei consumatori sono molto pesanti. Per medici, assi- stenti sociosanitari e strutture pubbliche affrontare la situazione è una sfida complicata. S pesso la diffusione di una droga è determi- nata dalla sua disponibilità in uno specifico territorio geografico, in relazione a fattori climatici, economici, politici e storici. L’uso di sostanze ha origini antiche: da sempre l’uomo ri- corre a derivati di piante o animali con effetti psico- tropi per fini trattamentali/sciamanici o spirituali- stici/ritualistici. Oggi le vie di comunicazione, avvi- cinando i continenti e le culture, hanno reso le dro- ghe sempre più disponibili e soprattutto le hanno «sradicate» ai loro abituali e tradizionali contesti di uso (Guede da Silva, 2012; Santorini, 2013). La sco- perta, poi, delle sostanze psicotrope come mezzo di scambio commerciale e di proficuo guadagno, ne ha implementato la diffusione e il cosiddetto con- sumo edonistico (Guede da Silva, 2012). Sud e Nord Si possono così eviden- ziare differenti feno- meni e stili di con- sumo a seconda dell’area del mondo presa in considerazione. In particolare grandi sono le dif- ferenze tra i paesi del Sud del mondo (spesso produttori e detentori del consumo tradizionale e culturale di sostanze psicotrope) e i paesi occidentali, che si configurano, in genere, come i principali fruitori dei derivati delle droghe naturali (derivanti cioè da prodotti vegetali, minerali o ani- mali) e che riconoscono nel loro consumo finalità spesso edonistiche o di automedicazione (lenire un’angoscia esistenziale, una depressione dell’u- more, un dolore cronico non rispondente ai far- maci, ecc.). Accade così che l’acquisizione di nuove modalità di consumo, separate da specifici contesti ( setting ) e finalità (ritualistiche, religiose, curative), favorisca il nascere e la propagazione dell’uso tossicomanico delle droghe. Nel mondo le più diffuse sono l’eroina, la cocaina e la cannabis (grafici alla pagina 42, ndr ). Tra queste, come evidenziato da uno studio di David J. Nutt del 2010 (in The Lancet ), la cocaina, dopo l’eroina, è la sostanza più dannosa, in termini di danni sociali, sanitari e individuali. In particolare le conseguenze più spiccate sono associate al consumo della co- caina per via endovenosa e al crack. La comparsa del crack è fatta risalire già agli anni ‘70 in Brasile, paese simbolo di questa sostanza, sollievo e danna- zione allo stesso tempo soprattutto per le esistenze disperate delle favelas. È da qui che il crack ha ini- ziato a diffondersi. Negli anni ‘80 ci fu la sua diffu- sione epidemica nelle strade degli Usa. Dalla cocaina al crack Che cosa sono la cocaina e il crack? Il crack è un derivato della prima, sostanza di antichissima sto- ria e classificata, in relazione ai suoi effetti, tra gli psicostimolanti, definiti come la classe di sostanze che eccitano il sistema nervoso centrale, aumen- tano l’attenzione e riducono l’affaticamento. La co- caina è estratta dalle foglie della coca, pianta ap- partenente alla famiglia delle Erythroxylaceae ed originaria delle regioni tropicali centro e Nord occi- dentali dell’America del Sud (il 60% è prodotta in Perù, il 20% in Bolivia, il 15% in Colombia). Più no- toriamente l’uso voluttuario della cocaina (idroclo- ridrato) consiste nell’assunzione in forma di pol- vere cristallina chiamata con una serie di espres- sioni gergali diverse: «coca», «neve», «Charlie». DOSSIER MC DROGHE E TOSSICODIPENDENZA IL CRACK, EFFIMERA EUFORIA DI L UANA O DDI In alto : il crack, nel suo tipico aspetto di piccole pietre o scaglie di sapone. A sinistra : cocaina in polvere. Pagina precedente : un presunto narcotrafficante ucciso a colpi di pistola da sconosciuti a Manila, nelle Filippine (24 settembre 2016). © pazienti.it

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