Missioni Consolata - Dicembre 2016
32 MC DICEMBRE 2016 Misericordia voglio STORIA DEL GIUBILEO a cura di Paolo Farinella, prete 13.TRAIDUECONCILIVATICANI: DALRIGOREALLAMISERICORDIA P io IX, papa Mastai Ferretti, suo malgrado esau- torato da ogni forma di potere civile e politico, si chiuse in Vaticano, dichiarandosi prigioniero in casa propria, ma circonfuso della gloria della dichiarazione conciliare dell’«infallibilità», che seppur circoscritta nella forma, fu diffusa come una preroga- tiva assoluta e indiscutibile della persona del papa. Pa- radossalmente, la perdita del potere temporale contri- buì non poco a incrementarne l’autorità, trasforman- dolo, spiritualmente, in un monarca assoluto e indiscu- tibile quasi sinonimo esclusivo di «Chiesa». Dal Giubileo del lutto del 1875 a quelli spirituali del sec. XX Il papa, per non darla vinta alla masnada massonica di Casa Savoia, scomunicò Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia, insieme all’artefice del Risorgi- mento, Camillo Benso conte di Cavour, e non si affac- ciò più al balcone esterno di San Pietro, dirottando tutte le manifestazioni religiose all’interno della basi- lica. Per il giubileo del 1875, in segno di lutto, ordinò di non eseguire il rito dell’apertura della porta santa, in compenso escogitò ogni casistica possibile per uni- versalizzare l’evento e dare in tal modo uno schiaffo morale agli «invasori». Nonostante fosse prigioniero, il papa era sempre il vescovo universale della Chiesa cattolica che, in tutto il mondo, ne venerava l’auto- rità indiscussa. Nel 1900 Leone XIII, il papa che per primo si rese conto di una «questione sociale» ben più grave della «questione romana», celebrò il giubileo secolare che apriva il XX secolo nel segno dell’attenzione alla spiri- tualità piuttosto che al risultato numerico ed este- riore. Le nazioni che per definizione erano «cattoli- che», di fatto cominciavano a non esserlo più nell’era dell’industrializzazione e della grande sperequazione causata dallo sfruttamento del mondo operaio che spopolò le campagne per ammassare folle senz’a- nima in città impreparate. Paesi come la Francia e l’I- talia, per ragioni diverse, diventarono «paesi di mis- sione» e in quest’ottica Leone XIII consacrò il mondo al Sacro Cuore, nel tentativo di dare una chiave spiri- tuale ai movimenti cattolici che si opponevano a qualsiasi rinnovamento sociale e religioso e allo stesso giubileo, dal momento che «il maggior biso- gno dei tempi moderni è il ritorno della società allo spirito cristiano» (Encicl. De Jesu Cristo Redemptore , 1900). Il giubileo del 1900 fu usato da parte cattolica e com- battuto da parte laica in chiave politica, per accen- tuare il prestigio del papa da un lato, o per dimostrare che solo lo stato poteva essere garante di libertà dall’altro. La stampa cattolica arrivò a parlare di «ple- biscito giubilare» in contrapposizione al «plebiscito ci- vile» del 1870 quando il popolo romano non mosse un dito per difendere il papa dagli invasori di Porta Pia. Lo scopo era evidente: si voleva arrivare a un ac- cordo e ciascuno cercava di portare a casa propria più vantaggi possibili. Le questioni e gli eventi di questo giubileo di inizio secolo furono così tanti e così com- plessi che lo spazio a nostra disposizione non ci con- sente di affrontarli nemmeno superficialmente, per cui rimandiamo a qualche resoconto specifico, oggi reperibile facilmente. Il giubileo del 1900 mutò lo statuto del pellegrino, il romeo che compiva il viaggio a piedi, trasformandolo in turista religioso, attraverso l’estensione delle ferro- vie che, in quell’anno, a livello mondiale, raggiungeva ben 700 mila km. I treni viaggiavano anche a 50 km al- l’ora, accorciando notevolmente le distanze, abbas- sando i costi e limitando la perdita di giornate lavora- tive al minimo indispensabile. Non si spostarono più solo piccoli gruppi, ma comitive organizzate di mi- gliaia di persone, il che favorì un turismo religioso di masse popolari, altrimenti escluse, e che mai si erano allontanate dai luoghi di nascita. Tutto questo non po- teva non avere conseguenze «spirituali» perché, se il viaggio a piedi era simbolo sacramentale del pellegri- naggio verso la Gerusalemme celeste, ora la maggior parte del tragitto si consumava comodamente in treno. Cambiò anche lo statuto e il significato stesso di giubileo che divenne un percorso spirituale più inti- mistico, guidato e sostenuto da sussidi fatti apposita- mente, come opuscoli-guida, catechismi, foglietti per inculcare la necessità della confessione e le disposi- zioni per la comunione, a determinate condizioni, e definitivamente superò l’obbligatorietà della visita «a piedi» delle basiliche prescritte. Mons. Giacomo Radini Tedeschi, futuro vescovo di Bergamo, di cui sarà segretario Angelo Giuseppe Ron- calli, futuro Giovanni XXIII, fu responsabile dell’orga- nizzazione religiosa dei pellegrinaggi popolari del 1900 e l’ideatore dei «congressi», in parte anche scientifici, durante l’anno giubilare, che diventeranno norma anche per i giubilei del sec. XX. Per citarne al- cuni: il congresso internazionale dell’archeologia cri- stiana; il XVII congresso dei cattolici italiani e anche degli Studenti Cattolici Universitari, della Gioventù Cattolica, dei Terziari Francescani. L’elenco potrebbe continuare.
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