Missioni Consolata - Dicembre 2016
MIGRAZIONI 26 MC DICEMBRE 2016 # Sopra: Svetlana Alexievic, premio Nobel per la letteratura 2015. galmente in Europa, via terra o via mare, solo nei primi 9 mesi del 2016, secondo i dati dell’a- genzia Frontex. Ma a chi ottiene ospitalità attraverso questa rete è concesso non solo un approdo, ma anche un viaggio sicuro. «Per le città, l’adesione ha un va- lore allo stesso tempo concreto e simbolico», spiega Helge Lunde, tra i fondatori di Icorn e suo at- tuale direttore. «Concreto, per- ché si può materialmente aiutare una persona a mettersi in salvo, e simbolico perché scrittori, giorna- listi e artisti rappresentano in qualche modo il pensiero e i biso- gni di altre persone, del loro pub- blico, del loro paese. Ogni città che aderisce alla nostra rete con- sente a una voce fuori dal coro di continuare a farsi sentire». Nel 2015, le richieste sono state 110 e le residenze offerte 27, quasi il doppio rispetto all’anno precedente. Nei primi nove mesi del 2016 sono arrivate 90 do- mande, 15 delle quali hanno po- tuto essere accolte. Anni difficili Il periodo di ospitalità è normal- mente di due anni. «Nel caso di Malek Wannous, giornalista si- riano, che si trova a Chiusi con la sua famiglia - riprende Marco Socciarelli - abbiamo deciso in via eccezionale di allungare la resi- denza per un altro anno. Loro vorrebbero tornare in Siria, ma è impossibile. E ora che la bambina più grande va a scuola non vole- vamo fosse costretta a un nuovo, traumatico spostamento». Per gli scrittori e gli artisti, la città rifugio rappresenta la possibilità di continuare a lavorare, non senza difficoltà. «Si perdono fonti di guadagno, punti di riferimento, status», evidenzia Cathrine Hel- land. «A meno che un autore non sia molto conosciuto, non è sem- plice lavorare da un paese estero», fa eco Socciarelli. «Io sono contenta di arrivare a casa e sentire voci di bambini, sentire abitata questa casa, che mai si sa- rebbe aspettata persone da così lontano», dice Maria Pace Ottieri. «La cosa amara è che, per loro, questi due anni sono tra i più in- felici della loro vita. Sono sradi- cati, sono dovuti partire per forza, non sanno quando e se po- tranno tornare indietro». La loro voce, però, continua a farsi sentire. Anche con le scuole. «Molte volte i ragazzi nemmeno sospettano che si possa essere in- carcerati o minacciati per le pro- prie idee», spiega Socciarelli. «La soddisfazione che abbiamo - ag- giunge - è che qui a Chiusi sono stati completati libri importanti, che forse non avrebbero visto la luce senza il nostro aiuto». Giulia Bondi Donne e uomini Chi sono Ahmedur Rashid Chowdhury, detto Tutul, è un editore e poeta del Bangla- desh. Sopravvissuto a ottobre 2015 a un attentato nel proprio ufficio di Dacca, è scappato in Nepal e in- fine è stato accolto dalla città nor- vegese di Skien. Margaret Atwood, scrittrice canadese vinci- trice del Pen Pinter Prize 2016, ha voluto assegnare a lui il premio « International writer of courage » 2016. Svetlana Alexievic, scrittrice e giornalista bielorussa di origine ucraina, è stata ospitata a Goteborg, Parigi e Pontedera. Ramy Essam , musicista egiziano, ha composto la canzone «Irhal» a piazza Tahrir durante le proteste della prima- vera araba egiziana. Ha subito tor- ture nel 2011. È fuggito a Malmo nel 2014. Asli Erdogan , scrittrice e attivista turca, ha vis- suto a Cracovia. Rientrata in Tur- chia, è stata arrestata dopo il fal- lito colpo di stato del luglio 2016 ed è attualmente in carcere. Mana Neyestani, fumettista iraniano, minacciato e incarcerato per una vignetta pub- blicata nel 2006, vive in Francia. Zineb El Rhazoui , giornalista e attivista per i diritti delle donne, marocchina, ha vis- suto a Ljubljana dal 2011 al 2013. Collaboratrice di Charlie Hebdo, si trovava in viaggio al momento dell’attentato del gennaio 2015 e ora vive nuovamente in Francia. © Margarita Kabakova
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