Missioni Consolata - Dicembre 2016

DICEMBRE 2016 MC 23 • Migranti | Artisti | Scrittori • MC ARTICOLI # A sinistra: Ahmedur Rashid Chowdhury, poeta bengalese con Margaret Atwood. # Sopra: Ramy Essam, musicista egiziano. sono aperte anche a coppie o fa- miglie o solo a singoli. Guardiamo anche alle relazioni diplomatiche tra paesi, per capire quante possi- bilità ci sono che l’autore possa ricevere un visto in tempi ragio- nevoli». Gli oneri pratici e quelli econo- mici, dall’alloggio a una borsa di studio con la quale gli autori si so- stentano, spettano alle città. Nel caso della Toscana, a farsi ca- rico della parte economica è la Regione, mentre i comuni, di cui ora Chiusi è l’unico attivo, devono mettere a disposizione un coordi- natore che segua le persone nell’ottenimento del visto, nell’in- serimento sociale, nell’accesso ai servizi. A Chiusi, la famiglia Ottieri dà la casa gratuitamente. In Nor- vegia i referenti del progetto sono in genere le biblioteche, mentre in città come Bruxelles o Cracovia sono associazioni lette- rarie o festival. Da paese a paese, costo della vita e burocrazia pos- sono variare molto. «La formula che abbiamo trovato noi è chie- dere visti per motivi di studio. Di fatto, gli scrittori cercano rifugio all’estero per continuare il pro- prio lavoro e la propria ricerca», racconta Marco Socciarelli, refe- rente di Icorn per il comune di Chiusi. «C’è una forte correlazione tra le evoluzioni della situazione geopo- litica e le richieste che rice- viamo», riprende Cathrine Hel- land. «Nel 2014 abbiamo avuto un picco dalla Siria, e di recente sono molto aumentate quelle provenienti dalla Turchia, o dal Bangladesh, dove i blogger laici subiscono attacchi e minacce di morte, o ancora dal Burundi, dove le persecuzioni riguardano molti giornalisti radiofonici». In Bangladesh, nel 2015, per la prima volta uno scrittore che aveva presentato domanda a Icorn, Ananta Bijoy Dash, è stato ucciso prima che potesse essergli proposta una città rifugio. Dal 2006, anno della fondazione di Icorn, le persone accolte sono state 160. Ma già dal 1999, molte delle città che aderiscono all’at- tuale rete partecipavano a un analogo progetto, nato su inizia- tiva di quello che allora si chia- mava «Parlamento internazionale degli scrittori» presieduto da Sal- man Rushdie. Nell’ambito di quella prima iniziativa la Toscana ospitò diversi autori perseguitati, tra cui la premio Nobel 2015 Sve- tlana Aleksievic. Piccoli numeri, grande significato I numeri sono piccolissimi, so- prattutto se si pensa di parago- narli agli oltre 400 mila fuggiaschi che hanno tentato di entrare ille- Maria Pace. La casa della famiglia Ottieri e la città di Chiusi sono in- serite nella rete Icorn, acronimo di «Rete internazionale delle città rifugio» (in inglese: International Cities of Refuge Network ). Della rete fanno parte 60 città in 16 paesi, per lo più in Europa, ma anche negli Stati Uniti e in Mes- sico. Le «città rifugio» accolgono scrittori, giornalisti, artisti e musi- cisti costretti a lasciare il proprio paese. Il coordinamento della rete, con sede nella città norve- gese di Stavenger, riceve le richie- ste e propone gli abbinamenti tra artisti e città. Intellettuali perseguitati «La valutazione si fa in collabora- zione con Pen International , asso- ciazione di scrittori. La persecu- zione deve essere documenta- bile. Altri criteri sono la quantità di produzione giornalistica o arti- stica, e la correlazione tra questa e le minacce», spiega Cathrine Helland, responsabile della comu- nicazione di Icorn. «Per scegliere la città, dobbiamo valutare se ©Fredrik Elg

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