Missioni Consolata - Dicembre 2016

18 MC DICEMBRE 2016 SUDAFRICA che all’Anc e agli altri gruppi di li- berazione, che hanno chiesto l’amnistia, molte delle quali per più di un reato 2 . Hanno benefi- ciato di un provvedimento d’am- nistia totale 1.167 richiedenti, d’amnistia parziale 145 3 . La scelta di assumersi pubblica- mente la responsabilità dei cri- mini commessi era libera e volon- taria, ma coloro che non chiede- vano l’amnistia o i cui atti non rientravano nell’ambito di com- petenza della Commissione (ad esempio non erano stati com- messi con una chiara motivazione politica) o la cui «confessione» non era ritenuta completa, sape- vano di poter incorrere, in futuro, in un’incriminazione da parte del sistema penale ordinario. Far emergere la verità Le amnistie concesse dalla Trc, in- dividualizzate e condizionate, non hanno nulla a che vedere con le amnistie generali adottate da molti paesi latinoamericani al ter- mine dei periodi di dittatura che hanno ostacolato l’accertamento della verità (si veda, ad esempio, il dossier su El Salvador, MC luglio 2014, ndr ). In Sudafrica, l’amnistia è stata utilizzata come strumento per favorire l’emersione della ve- rità sul passato. La concessione dell’amnistia per crimini gravissimi è stata una delle questioni che hanno sollecitato il maggior numero di critiche e su cui gli esperti di diritto internazio- nale ancora dibattono. Desmond Tutu, presidente della Commissione, ha risposto così alle critiche di quanti sostenevano che i provvedimenti di clemenza adot- tati dalla Trc sacrificavano la giu- stizia e incoraggiavano l’impunità: «Chi chiede l’amnistia deve am- mettere di essere responsabile de- gli atti per i quali chiede di essere amnistiato, e in questo modo viene affrontata la questione del- l’impunità. Inoltre, salvo circo- stanze eccezionali, l’esame della richiesta di amnistia avviene in udienze pubbliche. Chi chiede l’amnistia deve perciò fare le pro- prie ammissioni alla luce del sole. Proviamo a immaginare cosa signi- fica tutto ciò. Spesso questa è la prima volta che la famiglia di chi presenta la domanda di amnistia, o la comunità a cui appartiene, scopre che quella che in appa- renza era una brava persona, era, per esempio, un torturatore incal- lito, o un membro degli squadroni UN Photo_P Magubane/Flickr.com # Da qui sopra in senso orario : 1985, rivolta a Cape Town. Un’auto brucia dietro a un giovane durante i disordini vicino al cimi- tero Auduza. | 1982, stazione ferroviaria di Johannesburg: la panchina è vuota, ma la giovane donna di colore infrange- rebbe la legge se si sedesse su di essa. | Il 21 marzo 1985 a Langa (Uitenhage-Port Elisabeth) la polizia apre il fuoco su un corteo funebre provocando ventuno morti. Quel giorno ricorrevano i 25 anni da un’altra strage, quella di Sharpeville del 1960 in cui la polizia represse una manifestazione contro il regime di apartheid organizzata dal Pan africanist congress (Pac) uccidendo 69 persone. In ricordo del massacro di Sharpeville, nel 2005 il 21 marzo è stato dichiarato dal- l’Onu Giornata internazionale per l’elimi- nazione della discriminazione razziale. # Sotto a destra : monumento a Nelson Mandela, L‘Aia, Paesi Bassi. UN Photo_x/Flickr com UN Photo_DB/Flickr com

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