Missioni Consolata - Dicembre 2016
CONGO BRAZZAVILLE 14 MC DICEMBRE 2016 # Sopra: Jean-Marie Michel Mokoko du- rante l’ultimo comizio prima delle ele- zioni, il 18 marzo 2016. # In centro: militari congolesi cercano di cal- mare i militanti di Parfait Kolelas, arrivato secondo. Brazzaville, 23 marzo 16. # A destra: abitanti fuggiti dai quartieri Sud di Brazzaville, durante gli scontri del 4 aprile. Sono accolti in una chiesa. Nguesso. Il governo denuncia su- bito un ritorno delle milizie ninja, all’epoca della guerriglia coman- date da Frédéric Bintsamou, detto pasteur Ntumi. Ma un altro militante dei diritti umani ci confida: «Non c’erano i ninja. Le ultime elezioni presiden- ziali dal punto di vista dell’opposi- zione sono state organizzate in modo civile. Anche alle manife- stazioni, la gente era cosciente che qualsiasi sbavatura avrebbe dato adito al potere per dargli ad- dosso. Inoltre, le manifestazioni si svolgevano sotto il controllo dell’esercito, della polizia. Ma ci sono delle milizie (filo governa- tive, ndr ) che hanno realizzato la repressione». La giornalista ci spiega: «Il go- verno ha detto che erano stati i ninja ad attaccare, ma quando si incrociano le testimonianze, ci si rende conto che non è vero. L’at- tacco è cominciato la sera stessa All’indomani della votazione, mentre a Brazzaville scoppiano disordini, Mokoko e altri espo- nenti dell’opposizione vengono arrestati. Per Mokoko le accuse sono gravi: attentato alla sicu- rezza dello stato, detenzione di armi e creazione di disordini. In pratica, secondo il regime, avrebbe tentato un colpo di stato. «Ma il dossier d’accusa è vuoto», sostiene la giornalista. Tornano i ninja? L’opposizione ritiene che i risul- tati siano «rubati» e chiama la popolazione alla mobilitazione pacifica subito dopo la votazione. Il 3 e il 4 aprile nei quartieri Sud di Brazzaville, uomini armati attac- cano posizioni governative e si scatena uno scontro armato con le forze dell’ordine. I quartieri Sud, abitati da popolazioni del Sud del paese, sono sempre stati in opposizione al presidente © AFP / Marco Longari © AFP / Marco Longari della proclamazione ufficiale dei risultati. Delle informazioni di- cono che erano milizie vicine al potere che hanno sparato per creare una diversione e poi pro- clamare la vittoria di Nguesso». Si chiede Trèsor Nizila: «È una strategia per bloccare la mobilita- zione che sarebbe seguita la pro- clamazione dei risultati?». In ef- fetti oltre ad esercito e polizia, sono presenti diverse milizie che «suppliscono» a certi lavori che i corpi ufficiali non possono fare. «Il potere compra tutti, a colpi di milioni. È facile comprare dei gio- vani. Ad esempio c’è un gruppo di ex ninja che aveva fatto alleanza con un deputato vicino al potere. Vengono chiamati il gruppo dei Douze apotres (dodici apostoli, ndr) e sono loro alla base degli at- tacchi del 4 aprile. Questo gruppo non è sotto Ntumi. E la gente non si riconosce con loro. Ho l’impres- sione che la popolazione sia presa in ostaggio, non ci sono vere ri- vendicazioni». Repressione «scientifica» È da sottolineare che una repres- sione selettiva nei quartieri Sud della capitale è iniziata fin dall’in- domani del referendum dell’otto- bre 2015. Una testimone ci rac- conta: «Nei quartieri Sud tutte le sere la polizia prelevava dei gio- vani, e della gente sospettata di militare nell’opposizione. Li ba- stonava e chiudeva nel commis- sariato quelli che resistevano, gli altri morivano per le botte e la polizia ha iniziato a gettare corpi nei quartieri o nel fiume. Ma tutti avevano paura e non dicevano niente». In seguito agli scontri a Brazza- ville, il 5 aprile scorso il governo
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