Missioni Consolata - Dicembre 2016

MC ARTICOLI primo turno con il 60,39% dei voti. Il terzo arrivato secondo i ri- sultati ufficiali è l’ex generale Jean-Marie Michel Mokoko con quasi il 14% degli scrutini. L’ex generale e il presidente Mokoko, nel ‘92, quando era Capo di stato maggiore, si era op- posto all’idea di golpe di Nguesso contro Lissuba per difendere la democrazia. Era poi rimasto agli alti livelli dell’esercito, ma la gente lo ricorda per la sua inte- grità e perché lo considera estra- neo ai circuiti di corruzione. Ricorda la giornalista: «A un certo punto la gente ha cominciato a sollecitare Mokoko, perché vo- leva un cambio nella gestione del paese, allora lui ha deciso di pre- sentarsi, ma Sassou, non ha ap- prezzato. Durante la campagna elettorale c’è stato un senti- mento di rinnovamento e di spe- ranza per questa candidatura. Pur essendo un uomo del Nord (come il presidente, ndr ), la gente lo vo- leva anche a Point Noire, e lo ha accompagnato ai comizi con molto calore. Quando ha deposi- tato la sua candidatura, il numero di iscrizioni sulle liste elettorali è triplicato». presidente non ha vinto. Ad esempio a Point Noire, la seconda città del paese (circa un milione di abitanti, ndr ), Nguesso ha avuto una percentuale piuttosto bassa. Come anche a Brazzaville, dove la maggioranza della popo- lazione ha votato per Guy-Brice Parfait Kolelas (arrivato poi se- condo con 15,05% di voti, ndr ). Se si fa la somma anche con altre città del Sud, il presidente non può aver vinto a livello nazio- nale». Ma i risultati ufficiali, pro- clamati dalla Corte Costituzionale alle 3,30 di notte, il 4 aprile, con- fermano la vittoria di Nguesso al DICEMBRE 2016 MC 13 La legge c’è, ma ... Formalmente, quindi, questa legge è severa e prevede un doppio controllo. In realtà, lascia ampi spazi di di- screzionalità che vengono sfruttati dai politici (legati al gruppo del presidente) per trarre risorse utili per rimanere al potere. Addentrarsi in questo mondo gri- gio, fatto di corruzione e intimidazioni, non è facile. In occasione del referendum costituzionale (che ha per- messo il terzo mandato al capo dello stato Denis Sas- sou Nguesso) e delle successive elezioni presidenziali, diverse organizzazioni ambientaliste hanno denun- ciato alcuni casi sospetti di concessioni forestali. La prima è quella assegnata alla Sciage Industriels Panneaux Moulures (Sipam). A questa società sono stati concessi 221.708 ettari due mesi prima dell’8 marzo, data di scadenza delle domande di conces- sione. Il fatto, secondo l’analista indipendente Ar- naud Labrousse, è sospetto. Si teme che, dietro que- sta assegnazione, si nascondano tangenti a membri del governo. Anche perché, dietro la Sipam, ci sa- rebbe Guus Van Kouwenhoven, un olandese già coin- volto in traffici non chiari di armi e legname nella Li- beria governata da Charles Taylor (condannato per crimini di guerra). Quello della Sipam non è però l’unico caso. Quattro giorni prima della scadenza, Brazzaville ha confer- mato la concessione su 670mila ettari anche alla Con- golaise Industrielle des Bois (Cib). Nel 2014, alcune ispezioni da parte delle autorità, avevano messo in evidenza come la Cib operasse senza alcuno scrupolo nei confronti del patrimonio faunistico e forestale, né nei confronti delle popolazioni che vivevano nell’area, soprattutto i pigmei. Questi ultimi, come hanno con- fermato numerosi studi di antropologia, vivono in simbiosi con le foreste. Da esse traggono da vivere, ma in essere si è sviluppata anche la loro identità cul- turale. Interpellati dagli esperti del sito dell’associa- zione ambientalista www.mongabay.com , i responsa- bili della Cib non hanno risposto nel merito affer- mando solo che ai pigmei «sono state offerte aree al- ternative nelle zone tipiche della comunità». Nello stesso periodo la Société d’Exploitation Fore- stière Yuan Dong , impresa cinese, ha ottenuto 600mila ettari di foresta vergine al confine con Ga- bon e Camerun. Nulla di male se la stessa società, in un rapporto di osservatori indipendenti, non fosse stata giudicata «manchevole nella marchiatura degli alberi, inadempiente dal punto di vista contrattuale, carente nel tracciare le mappe e nel presentare i do- cumenti». Nonostante ciò, Brazzaville ha comunque assegnato la concessione. Uno studio effettuato dalla Resource Extraction Moni- toring , una Ong britannica. Nel rapporto è stato cal- colato che nel 2013 sono stati tagliati illegalmente 7.790 alberi per un valore di più di due milioni di euro. Il taglio avrebbe dovuto fruttare alle casse sta- tali 324.300 euro in tasse, ma ne sono entrate solo 3.800. Enrico Casale © AFP / Guyot Ana

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