Missioni Consolata - Dicembre 2016

DICEMBRE 2016 MC 11 • Guerre dimenticate | Democrazia | Legname • MC ARTICOLI # A sinistra: il Congo non è la proprietà degli Nguesso, recita il cartello. Il 27/10/2015 a Brazzaville, due giorni dopo il referendum costituzionale. # A destra: elezioni a lume di torcia elet- trica, un seggio il 20 marzo scorso. les Droits de l’Homme (Ocdh), au- torevole organizzazione di difesa dei diritti umani con base a Braz- zaville, raggiunto telefonica- mente. «Assistiamo a un’intensi- ficazione della repressione delle libertà politiche. Sono finiti in car- cere una cinquantina di prigio- nieri d’opinione, come diversi membri dell’opposizione. I gior- nalisti che hanno linea editoriale critica rispetto al deficit di demo- crazia sono sanzionati a più ri- prese dal Consiglio superiore per la libertà di comunicazione. I di- fensori dei diritti umani sono mi- nacciati; i movimenti sindacali sono attaccati. La giustizia è stru- mentalizzata. Le forze di polizia torturano, uccidono e reprimono le manifestazioni pubbliche in to- tale impunità. Non c’è un settore dei diritti umani in cui si può dire che ci sia un miglioramento». Il referendum fa il suo corso e il risultato, contestato da opposi- zione e società civile, introduce una modifica della Costituzione, rendendo il presidente Sassou rieleggibile. «In Congo la nuova Costituzione è stata imposta con la violenza alla popolazione», ci racconta un al- tro attivista dei diritti umani, di Pointe Noire. «Questo referen- dum aveva carattere politico, ma quello di cui il popolo aveva biso- gno non era il cambiamento co- stituzionale affinché il presidente rimanesse lo stesso, quanto piut- tosto l’avere dei dirigenti scelti dagli elettori, che governano in modo responsabile, rendendo conto del loro operato. Un go- verno che risponda alle aspira- zioni della popolazione in termini di rispetto delle libertà e in parti- colare dei diritti economici e so- ciali», continua la nostra fonte, che chiede l’anonimato. «La Co- stituzione com’è oggi non è stata votata dalla maggioranza della popolazione. La prova è che i con- golesi che si sono opposti a que- sto processo sono stati repressi nella violenza. È stato un vero colpo di stato istituzionale». Le elezioni precotte Il 20 marzo 2016 è il giorno delle elezioni. Denis Sassou Nguesso - chiamato monsieur huit pour cent (signor otto per cento), perché si diceva che non avrebbe avuto più dell’8% - capisce di essere in svantaggio. Come sua abitudine «ha comprato parte dell’opposi- zione e parte della società civile. Chi resiste riceve intimidazioni. Oggi a Brazza se sei nell’opposi- fine della prima guerra civile. Sarà poi eletto nel 2002 e 2009. La Costituzione del Congo, nella sua revisione del 2002, prevede due soli mandati presidenziali di sette anni per la stessa persona, e un limite di età di 70 anni. Nguesso, 71 anni, alle elezioni del 2016 ha due impedimenti per succedere a se stesso. Ma è una vecchia volpe, e, come ci dice un giornalista congolese, «un se- guace di Machiavelli. È bravo a creare situazioni strane per con- trollare tutto e tutti». Fin dal 2013 il presidente trama per organizzare un referendum di modifica costituzionale, che è an- nunciato nel 2014 e si realizza il 25 ottobre 2015. Le manifesta- zioni organizzate contro il refe- rendum dai movimenti della so- cietà civile e dall’opposizione sono represse nel sangue: al- meno quattro i morti e numerosi gli arresti tra i leader dei militanti anti Nguesso. Diritti umani cercasi «La situazione dei diritti umani in Congo è da sempre preoccupante ma dal 2013 a oggi assistiamo a un peggioramento totale», ci dice Trèsor Nzila, direttore esecutivo dell’ Observatoire Congolais pour © AFP / Eduardo Soteras

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