Missioni Consolata - Novembre 2016

cui educava all’amore di Dio e alla riconciliazione con il prossimo. Tornato in libertà, per i seguenti vent’anni svolse il suo ministero a Karaganda, dove morì il 3 dicem- bre 1974 lasciando tra i cattolici della Siberia e del Kazakistan la memoria di una fede che sposta le montagne e di una paternità ine- sauribile. Oggi Bukowinski, con personaggi come il vescovo Alek- sandr Khyra e altri sacerdoti, tutti prigionieri nei gulag, sono consi- derati i «padri spirituali» della Chiesa in Kazakistan. La comunità cattolica nel paese centroasiatico è nata, infatti, come frutto delle purghe staliniane, testimonianza di come da un male possa nascere un bene e di come Dio faccia ger- mogliare la fede anche nel deserto dell’ateismo e della repressione. (Vatican Insider) CINA SANTA TERESA DI CALCUTTA N ello stesso giorno della cano- nizzazione di Madre Teresa di Calcutta in Vaticano, domenica 4 settembre, è stata consacrata in Cina la prima parrocchia dedicata alla «Santa». Si tratta di una par- rocchia nel villaggio di Hao Cun, nella provincia dell’He Bei: una piccola comunità cattolica, che si trova in uno sperduto villaggio di contadini. Tanti anni fa il cattoli- cesimo in questi luoghi era quasi inesistente: c’era solo una fami- glia. Con il trasferimento dei con- tadini verso la città, ci fu la con- versione di tre famiglie che, tor- nando al loro paese di origine, cominciarono praticamente l’e- vangelizzazione con la lettura del- la Sacra Scrittura, la condivisione della Parola, il catechismo in pre- parazione ai sacramenti e le pri- me visite del sacerdote alla co- munità. Negli ultimi tre anni la comunità è cresciuta fino a conta- re oggi circa 300 fedeli. Il parroco ha dichiarato: «Vogliamo conti- nuare a seguire le orme della ca- rità di Madre Teresa perché senza opere concrete, la fede è morta, come dice san Giacomo. L’annun- cio e l’azione caritativa costitui- scono la fede e l’evangelizzazione viva». (Fides) KAZAKISTAN APOSTOLO NEI LAGER D omenica 11 settembre, nella città di Karaganda, il card. An- gelo Amato, prefetto della Congre- gazione delle Cause dei Santi, ha dichiarato beato il sacerdote po- lacco Władysław Bukowi n ski. Nato il 22 dicembre 1904, divenne sa- cerdote nel 1931. Era il tempo dell’occupazione sovietica e don Bukowinski, parroco a Luck, fu ar- restato una prima volta dalla poli- zia segreta nell’agosto 1940 e con- dannato ai lavori forzati. Scampò alla morte fortunosamente e, con l’arrivo dei tedeschi, poté ripren- dere a operare nella cattedrale. Fu arrestato per la seconda volta nel gennaio 1945 e nel 1946 venne condannato a dieci anni di lavori forzati nelle miniere di Karaganda in Kazakistan. In questa realtà fat- ta di sofferenze fisiche e morali non dimenticò mai la sua missione e, anche nell’esperienza più umi- liante, il lager divenne il pulpito da D omenica 28 agosto 2016, nella cattedrale di Ulaanbaatar, Joseph Enkh-Baatar è stato ordinato sa- cerdote. Si tratta del primo sacerdote mongolo della storia. L’ordinazione è stata presieduta dal Prefetto apostolico, mons. Wenceslao Padilla, da mons. Lazzaro You Heung-sik, vescovo della dio- cesi sudcoreana di Daejeon dove Enkh ha compiuto gli studi di teologia e dal nunzio in Corea e Mongolia, mons. Oswaldo Padilla. Hanno concelebrato più di 40 sacerdoti tra i quali i missionari della Consolata pre- senti da anni nel paese asiatico. Hanno partecipato 1.500 fra fedeli e ospiti, fra cui rappresentanti del go- verno e delle autorità cittadine; folta anche la rappresentanza diplomatica. Fra i presenti molto com- mossa la madre di Enkh, che ha abbracciato il figlio definendolo «un orgoglio». La Chiesa cattolica conta oggi in Mongolia 1.500 battezzati e 70 missionari tra religiosi e religiose (circa 20 uomini e 50 suore) da 21 paesi e 12 congregazioni. Negli ultimi vent’anni la Chiesa in Mongolia ha avviato numerose opere sociali, educative, caritative e umanitarie, come due centri per bambini di strada, case per anziani e centri per i giovani, asili e scuole primarie, perfino due aziende agricole che promuovono programmi di sviluppo delle comunità rurali, mentre la nazione è alle prese con problemi come diffuso alcolismo, violenza dome- stica, servizi sociali pubblici precari ed estrema povertà. Mons. Padilla ha spiegato che «in questo cammino, i frutti della presenza del primo prete autoctono non tarderanno a vedersi; già molti gio- vani si coinvolgono nelle nostre opere; i giovani hanno sempre partecipato alle Giornate Mondiali della Gioventù. Siamo sicuri che l’opera di don Jo- seph aiuterà tutta la comunità», ha concluso il Prefetto ( leggi approfondimento a pag. 8-9 ). Imc MONGOLIA: IL PRIMO PRETE NOVEMBRE 2016 MC 7 La Chiesa nel mondo # Mongolia - Ulaanbaatar - la prima messa di Joseph Enkh- Baatar, primo sacerdote mongolo.

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