Missioni Consolata - Novembre 2016
56 MC NOVEMBRE 2016 di Mario Bandera 4 chiacchiere con « i Perdenti» 19. JAN PALACH SOGNO DI LIBERTÀ Il 16 gennaio 1969 Jan Palach, giovane studente della facoltà di filosofia dell’U- niversità di Praga, si diede fuoco nella centralissima Piazza San Venceslao per protestare contro l’occupazione della Cecoslovacchia da parte delle truppe del Patto di Varsavia che pose fine alla Primavera di Praga di Alexander Dub č ek, ovvero al tentativo di rendere più umano il socialismo imposto dai so- vietici dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Un mese dopo, un altro stu- dente, Jan Zajíc, seguì il suo esempio, anche lui in Piazza San Venceslao. Nel mese di aprile a darsi fuoco fu Evel Plo- cek, nella cittadina di Jihlava. In quei mesi almeno una decina di giovani ceco- slovacchi fecero altrettanto. La ferrea censura comunista impedì alla stampa internazionale di accedere ai luoghi ove erano avvenuti i loro sacrifici. Ri- cordarli significa onorare la me- moria di giovani martiri che offri- rono la vita per la libertà del loro paese. Jan, sono in difficoltà con questa intervista per- ché tu e i tuoi compagni rappresentate un esem- pio di amore, non solo per la patria, ma per la li- bertà. Un amore che vi ha spinti a sacrificare la vita per la vostra terra e il vostro popolo. Nella notte tra il 20 e il 21 agosto del 1968 entra- rono i carri armati sovietici nella capitale del mio paese mettendo fine alla cosiddetta «Primavera di Praga», ovvero al tentativo di Alexander Dubček, capo del governo, di avviare una timida, ma innova- tiva, transizione dal socialismo reale a una forma più partecipativa della gestione pubblica. L’Unione Sovietica, come aveva fatto in precedenza in Un- gheria (1956), intervenne a troncare l’esperimento per paura che contagiasse altri paesi satelliti. Ci puoi spiegare perché hai scelto di sacrificarti in quel modo? Volevo scuotere la coscienza del mio popolo per spezzare il clima di rassegnazione che imprigionava la gente in una resistenza puramente morale, in- tima, con il tempo destinata ad assuefarsi e a rias- sorbirsi nella routine quotidiana e nei suoi compro- messi inevitabili. # Qui sopra : Jan Palach. | A destra : il monumento nel luogo in cui Jan si diede fuoco in Piazza San Venceslao e carro armato sovie- tico (circondato da manifestanti) durante la Primavera di Praga. | Pagina seguente : la tomba memoriale di Jan Palach e Jan Zajíc (immolatosi il 25/02/1969).
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