Missioni Consolata - Novembre 2016
l’assistenza, 2,15 in spese relative ai servizi di integrazione, 1,31 in consulenze (ad esempio quelle le- gali), 0,30 in costi indiretti e 5,21 in altre spese. Volendo essere più precisi, si può confrontare queste voci di spesa con il modello di pre- ventivo, facilmente reperibile sul sito Sprar, che gli enti devono pre- sentare per ottenere l’affida- mento dell’incarico: il pocket mo- ney dato ai richiedenti asilo, pari a circa due euro e mezzo al giorno, fa parte delle spese generali per l’assistenza, insieme a vitto, sa- lute, trasporti, scolarizzazione e alfabetizzazione. Le spese per l’in- tegrazione comprendono, fra le altre voci, i corsi di formazione, le borse lavoro e i tirocini. I costi in- diretti sono il carburante, la can- celleria e l’allestimento degli uf- fici, mentre le generiche «altre spese» sono i costi di formazione, trasporto, assicurazione del per- sonale, fideiussioni, spese per pratiche burocratiche come il rila- scio o il rinnovo del permesso di soggiorno, le tessere telefoniche per gli accolti. Questo modello di preventivo nasce per l’accoglienza ordinaria nei centri governativi; il costo di 30-35 euro, a cui si giunge attraverso gli standard Sprar, si estende poi all’acco- glienza straordinaria. rende possibile mascherare di ac- coglienza quello che è semplice business: dall’albergo che, come struttura turistica, non guadagna più e che si ricicla in veste di Cas fornendo posti letto ma non i ser- vizi ai richiedenti asilo, fino alle strutture fatiscenti, sovraffollate e prive di servizi igienici i cui gestori si intascano i 35 euro abbando- nando i migranti a se stessi. Da dove vengono e dove vanno i 35 euro? A proposito dei 35 euro, il rap- porto «La buona accoglienza» della Fondazione Leone Moressa di Mestre, del gennaio 2016, det- taglia i costi coperti con questa ci- fra analizzando i preventivi dei progetti Sprar presentati dai co- muni al ministero: su 34,67 euro di costo pro capite giornaliero, 13,16 vanno in costi del perso- nale, 4,30 in oneri relativi all’ade- guamento e gestione delle strut- ture, 8,24 in spese generali per Le ricadute sul territorio dell’accoglienza fatta bene «Quando gli enti gestori forni- scono veramente i servizi previsti, il vantaggio non è solo per i richie- denti asilo: si crea anche un ef- fetto di restituzione al territorio». A parlare è Davide Bertello, re- sponsabile della cooperativa Pie- tra Alta Servizi che gestisce diversi progetti fra cui quello al Cas di Al- pignano (vedi puntata prece- dente). A Lemie, paesino a cin- quanta chilometri da Torino, la cooperativa gestisce un altro cen- tro d’accoglienza all’interno di una struttura di proprietà del Cot- tolengo. «Lì abbiamo assunto sei operatori, tutte persone della zona», spiega Bertello, «ci ser- viamo nei negozi di alimentari lo- cali, ricorriamo a elettricisti e idraulici del posto». Nel 2015 la spesa prevista dal Vi- minale per l’accoglienza ai mi- granti sul territorio italiano è stata di un miliardo e 164 milioni di euro, pari a circa lo 0,14 per cento della spesa pubblica. Pier Carlo Padoan, il ministro dell’Economia e delle Finanze, ha riferito al «Co- mitato parlamentare Schengen, Europol e immigrazione» la cifra complessiva, che considera anche le operazioni di salvataggio in mare, le spese sanitarie e quelle NOVEMBRE 2016 MC 53 • Migranti | Accoglienza • MC RUBRICHE # In queste pagine : foto d’archivio di migranti accolti e seguiti dall’Ufficio per la pastorale dei migranti di Torino alcuni anni fa. | Sopra : grafico dal sito del ministero dell’Interno con dati comparativi al 31 agosto 2016.
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=