Missioni Consolata - Novembre 2016

50 MC NOVEMBRE 2016 Libertà Religiosa al fine di evitare eccessivi inter- ventismi statali vissuti come veri e propri tentativi di strumentaliz- zazione della fede per fini politici. L’Unione europea che fa? I casi fin qui elencati sono sol- tanto alcuni: le violazioni gravi del diritto di libertà religiosa si susse- guono giorno dopo giorno e il nu- mero di vite mutilate a causa della fede aumenta. I rapporti delle organizzazioni internazionali e di quelle non governative sono ormai molto specializzati e un’a- nalisi attenta di questi testi per- mette di scoprire uno scenario che, purtroppo, è a tinte molto fosche. Ci si potrebbe chiedere se vi siano stati dei tentativi di reazione utili a prevenire lo sviluppo di tali azioni da parte di stati o movi- menti politici che ledono profon- damente quello che dovrebbe es- sere un diritto garantito e ricono- sciuto a livello universale. La protezione internazionale del diritto di libertà religiosa ha una lunga storia politica e istituzio- nale. Di recente anche le istitu- zioni europee hanno cominciato a interessarsi al tema, sia mediante l’azione del servizio europeo per le relazioni esterne che fa capo all’Alto Commissario per la poli- tica estera Federica Mogherini, sia tramite la creazione di un in- tergruppo parlamentare denomi- nato European Parliament Inter- group on Freedom of Religion or Belief and Religious Tolerance . Nel giugno 2016 l’intergruppo parlamentare ha reso pubblico un rapporto annuale sullo stato della libertà religiosa nel mondo che offre significativi spunti di rifles- sione al fine di ricostruire la posi- zione europea sul tema. Si la- menta innanzitutto l’assenza di coerenza tra i numerosi proclami delle istituzioni europee e le poli- tiche e le azioni effettivamente intraprese, e inoltre l’ancora scarsa consapevolezza, da parte dei funzionari che si occupano della politica estera dell’Unione europea, della priorità che il tema della libertà religiosa dovrebbe avere nel contesto delle sue azioni. Le critiche rivolte alle istituzioni di Bruxelles non devono sorpren- dere. Spesso infatti ci si limita alla pubblicazione di generici pro- clami di condanna delle violenze perpetrate ai danni delle mino- ranze religiose senza intrapren- dere delle vere e proprie azioni politiche (come ad esempio delle sanzioni commerciali) che pos- sano segnalare concretamente il valore attribuito alla tutela del di- ritto di libertà religiosa. La scelta è ovviamente discuti- bile: da una parte si vorrebbe che le sanzioni potessero scattare im- mediatamente per creare degli incentivi per quei paesi che utiliz- zano sistematicamente politiche discriminatorie ai danni delle mi- noranze religiose. Dall’altro un’a- zione diplomatica incisiva ri- chiede spesso più tempo e un’a- zione che non sia necessaria- mente pubblica ed esplicita- mente critica. È tuttavia da regi- strare, appena un mese prima la pubblicazione del report, la no- mina di Jan Figel, ex primo mini- stro slovacco, a inviato speciale per la promozione della libertà religiosa e di coscienza. Figel ha # Sfollati nigeriani a causa di Boko Haram. Nel mese di novembre 2014, l’ Internatio- nal Rescue Committee e Oxfam hanno regi- strato nella sola città di Yola, nella parte orientale della Nigeria, fino a 200mila sfol- lati interni (Idp). Molti altri sfollati non re- gistrati erano sparsi nelle zone circostanti. I campi profughi formalmente istituiti non potevano ospitare tutti, così le persone si sono rifugiate dove hanno potuto: scuole, campi aperti, cortili di chiese, come le fa- miglie ritratte a giugno 2015 in queste foto. | Qui a sinistra : Hajartu Jecob, 55 anni, è scappata dal suo villaggio di Kum- birishosho quando è stato attaccato e bru- ciato dai Boko Haram. «Sono fuggita attra- verso il fiume con mio marito e tre dei miei figli», dice. In primo luogo sono andati a Kano. Poi sono arrivati a Yola. Otto mesi sfollati e lontano da casa è un tempo troppo lungo. «Voglio tornare», dice. | Qui a destra : le famiglie che soggiornano nel retro di questa chiesa a Yola arrivano da Michika, Madagali e Gwosa, alcune delle zone più colpite da attacchi di Boko Haram negli stati di Adamawa e Borno. | Sopra : in- fermiere pronte a esaminare le madri e i loro bambini per tenere sotto controllo le malattie infantili comuni e la malnutri- zione. # Sopra a destra : le copertine dei due rap- porti sulla libertà religiosa nel mondo re- datti dalle rispettive commissioni di Unione europea e Stati Uniti d’America. European Commission DG ECHO_ sabel Coello European Commission DG ECHO_ sabel Coello European Commission DG ECHO_ sabel Coello

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