Missioni Consolata - Novembre 2016

ciNA-TibeT di DANIELA DEL BENE (EJATLAS) GiusTiziA AmbieNTALe / 4. iL cosTo DeLLo «sviLuppo» ciNese IL RISCHIO DI NON SENTIRSI NESSUNO «M artedì 20 no- vembre 2012 un ragazzo ti- betano [...] ha preso un sentiero su per la collina fino all’ingresso della miniera d’oro a Gyagar Thang, si è versato kerosene su tutto il corpo e si è dato fuoco». Secondo il Tibetan Centre for Human Rights , il venti- cinquenne ha voluto denunciare il disagio delle comunità locali colpite dalle operazioni minerarie delle aziende cinesi nella zona. «Il numero di tibetani che si sono autoimmolati negli ultimi anni sta aumentando a un ritmo allar- mante», afferma un articolo fir- mato nel 2013 dal Tavolo am- biente e sviluppo del Governo ti- betano in esilio a Dharamsala, in India, e prosegue: «Oltre ai fattori politici, sociali, religiosi ed econo- mici, una delle cause principali di tale disperazione sono le attività di estrazione e di inquinamento in Tibet». Il dolore causato dal de- terioramento degli equilibri eco- logici locali e dei modi di vita tra- dizionali porta alcuni ad atti estremi di dissenso. L’occupa- zione cinese del Tibet nel 1950 ha aperto la porta allo sfruttamento sistematico dei minerali di cui è ricco (rame, oro, cromite, allumi- nio, ferro, boro, piombo, zinco, li- tio), ma anche del petrolio greg- gio, del potassio, amianto, gas na- turale e carbone. L’inquinamento dell’acqua e l’impatto delle cen- trali idroelettriche per fornire energia alle miniere e, non ul- timo, l’aumento del turismo ci- nese, facilitato dall’apertura di ferrovie e strade, aggravano le condizioni di vita delle popola- Dall’occupazione ci- nese del 1950, il Tibet sta subendo un modello di sviluppo degradante e impove- rente. L’industria estrattiva, energetica, delle comunicazioni e, ultimamente, quella turistica, procurano danni gravi. Non solo ambientali, ma anche culturali, religiosi, sociali ed etnici. Al punto che gli abitanti della regione a volte non si sentono né cinesi, né tibetani. # Qui : scorcio del monastero di Drepung, appena fuori dalla capitale della regione autonoma del Tibet, Lhasa. Fondato nel 1416, è il più grande del Tibet, capace di ospitare, prima dell’invasione cinese, fino a 10mila monaci. Dennis Jarvis/Flickr.com

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