Missioni Consolata - Novembre 2016
Q ueSto doSSier è Stato firMato da : • a ntonio B onanoMi - Missionario della Consolata brianzolo, è arrivato in Colombia nel gennaio del 1979. Dopo 5 anni a Tocaima, dal 1983 al 1987 ha insegnato a Bogotá. Da gennaio 1988 e per quasi 20 anni ha lavorato a Toribío, nel Cauca, tra le popolazioni Nasa, contribuendo alla loro causa e promuo- vendo la realizzazione del centro di formazione Cecidic (1994). Dal 2014 è tornato in Italia. • g iacinto f ranzoi - Missionario della Consolata trentino, padre Giacinto Franzoi ha operato in Colombia dal 1979 al 2008 nel Ca- guán, nella regione amazzonica del Caquetá. Ha raccontato quel periodo in alcuni libri di memorie: Rio Caguán. Memorias y le- yendas de una colonización , Bogotà; Dio e coca, Fatti e misfatti di una missione , Ancora Editrice, 2003; I prigionieri del Caguán , Ancora Editrice, 2010. Oggi presta servizio a Rovereto. Per ri- chiesta libri o conferenze: jacintofranzoi@libero.it . • B enjaMín M artínez S olano - Nato a Bucaramanga, in Co- lombia, dopo l’ordinazione sacerdotale come missionario della Consolata è stato per 8 anni in Corea del Sud. Dal 2002 è tornato nel suo paese natale. Ha lavorato con le comunità afro a Marialabaja (Bolivar), con i contadini a San Vicente del Caguán (Caquetá), con le comunità indigene a Toribio (Cauca). Oggi lavora a Cartagena del Chiara (Caquetá). Teo- logo, è laureato in scienze politiche. • R ingraziamo per la collaborazione padre A NGELO C ASADEI , su- periore dei missionari della Consolata in Colombia. Attual- mente a Bogotá, ha lavorato a Remolino (Caquetá). • a cura di : Paolo Moiola, giornalista, redazione MC. • f oto delle copertine : in prima , guerrigliera-mamma delle Farc-Ep; in ultima , campesino a Toribío. NOVEMBRE 2016 MC 41 bello se i colombiani del futuro potessero dire che sebbene «qui è sempre successo il peggio, sempre qui è successo il meglio». A significare che siamo stati capaci di aprire le finestre alla speranza, alla giustizia, alla riconciliazione e alla pace. Benjamín Martínez Solano di voto. Successivamente, esse potrebbero parteci- pare alle elezioni per il Congresso, avendo assicu- rati in ogni caso 10 seggi parlamentari. Anche se questa eleggibilità politica è stato uno dei cavalli di battaglia del «no» all’Accordo, va ricor- dato che anche i governi anteriori lo avevano pro- messo al fine di arrivare alla pace. Finalmente un’opportunità per contadini, afroamericani e indigeni Per decenni, governi distinti hanno giustificato in parte i loro insufficienti interventi e investimenti sociali con la presenza delle Farc nelle zone di più difficile accesso. Se gli accordi venissero comunque applicati, si aprirebbero finestre di opportunità af- finché le comunità di campesinos , afro e indigene rafforzino i propri piani di sviluppo integrale, di dis- tribuzione delle terre e loro formalizzazione legale, di miglioramento delle vie di comunicazione per la commercializzazione dei prodotti. Oltre a ciò, il progetto di restituzione delle terre già attivo (Ley 1448 o Ley de Víctimas y Restitución de Tierras , 2011, ndr ) potrebbe trovare un ambiente più adatto per il proprio sviluppo a tutto beneficio delle vittime (si calcola che gli sfollati abbiano abbandonato 4-6 mi- lioni di ettari, ndr ). Per il caso colombiano ritengo che sia stato di vitale importanza l’appoggio della comunità internazio- nale, rappresentata sia dai paesi garanti e facilita- rori (Cuba, Norvegia, Venezuela e Cile) che dal- l’Onu e dalla Corte penale internazionale. Se non- ostante tutto ancora ci sarà un processo di applica- zione degli accordi - il cosiddetto postconflitto -, la comunità internazionale dovrebbe offrire una blin- datura di sicurezza giuridica e di chiusura dei pro- cessi che si dovrebbero tenere tanto per i guerri- glieri quanto per tutti coloro che, durante il con- flitto, hanno commesso delitti, inclusi i membri delle Forze armate. La Corte penale internazionale dovrebbe evitare che ci sia impunità, in linea con gli standard internazionali soprattutto con riferi- mento ai crimini di lesa umanità commessi nel corso del conflitto (il Trattato di Roma del 1998 elenca 11 tipi di delitti classificabili come crimini contro l’umanità, ndr ). Dovrebbe garantire inoltre che vengano rispettati i tempi e i processi di quanto pattuito in materia di verità e di giustizia. Continuerà la terribile notte? La guerra è la sconfitta dell’umanità. La Colombia che oggi abbiamo è stata in parte partorita dalla guerra e dalla violenza. È per questo che sognare di poter chiudere queste dolorosissime pagine della nostra storia significa aprirsi a nuove opportunità di cui soltanto le nostre future generazioni po- tranno godere appieno. Senza le assurde dispute e meschinità della politica attuale, lontani da insane gelosie e falsità che vogliono soltanto condannarci a ripetere la storia di «100 anni di solitudine» (riferi- mento al famoso romanzo di Gabriel García Már- quez, ndr ). Poco a poco supereremo la orribile notte. Sarebbe S itografia In rete si possono trovare buoni siti d’informazione sull’Ac- cordo del 24 agosto 2016: • https://www.mesadeconversaciones.com.co • http://www.altocomisionadoparalapaz.gov.co • http://www.farc-ep.co • http://www.pares.com.co • https://www.cec.org.co • http://www.fundacionparalareconciliacion.org • http://www.ideaspaz.org V ideo e archiVio Mc • Paolo Moiola (a cura di), Videointervista a padre Antonio Bo- nanomi , ottobre 2016: www.youtube.com/user/pamovideo. • Paolo Moiola, Viaggio in Colombia. Un reportage in quattro puntate, marzo-settembre 2000; • Paolo Moiola, Un’altra Colombia è possibile e necessaria. Con- versazione con padre Antonio Bonanomi , settembre 2006; • Leonel Narvaéz Gómez, Espere. A scuola di perdono , gennaio 2008; • Paolo Moiola, La guerra dentro casa , maggio 2012; • Chiara Giovetti, Processo di pace: facciamo il punto , maggio 2013. Gli ultimi tre articoli sono scaricabili dal sito della rivista: www.rivistamissioniconsolata.it. DOSSIER MC PACE IN COLOMBIA?
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