Missioni Consolata - Novembre 2016
28 MC NOVEMBRE 2016 DOPO 52 ANNI DI CONFLITTO INTERNO, IL LIMBO MEGLIOUNAPACE IMPERFETTA DI UNA GUERRA DI P AOLO M OIOLA La maggioranza dei colombiani (votanti) ha deciso di dire «no» agli accordi di pace siglati il 24 agosto tra il governo Santos e la guerriglia delle Farc-Ep. La guerra civile, iniziata nel 1964, ha causato almeno 220mila morti e prodotto danni immensi. Ora inizia una nuova e terribile sfida: tornare al conflitto o continuare sulla strada della pace. In un paese ingiusto e ancora più diviso. N el referendum del 2 ottobre il quesito era semplice e chiaro: «Lei approva l’accordo finale per la fine del conflitto e la costru- zione di una pace stabile e duratura?». A questa domanda, la maggioranza dei votanti - po- chi, appena il 37,4% degli aventi diritto - ha risposto con un «no»: 6.431.376 contro 6.377.482, una diffe- renza di soli 53 mila voti. L’accordo del 24 agosto tra il governo Santos e la guerriglia delle Farc-Ep («Forze armate rivoluzionarie della Colombia - Esercito del popolo») adesso è in bilico, anche se i protagonisti si sono affrettati a ribadire che il dia- logo e la pace sono le sole opzioni. Il risultato ha premiato lo schieramento del «no», capeggiato dall’ex presidente Álvaro Uribe Vélez, politico tuttora con molto seguito nel paese, anche all’interno della Chiesa. Va ricordato che, durante il suo mandato, Uribe aveva firmato un accordo con i paramilitari delle Auc, ma si era ben guardato dal- l’indire una consultazione popolare che lo confer- masse. Un conflitto di 52 anni, con 220 mila morti, 6,7 mi- lioni di desplazados , immensi danni morali e mate- riali, non si cancella con alcune firme su un accordo. Tuttavia, una vittoria del «sì» sarebbe stato un via- tico per la speranza. Se non ci fosse la guerra La guerra è la peggiore delle situazioni create dal- l’uomo. È altresì vero che l’assenza di guerra non Colombia 2016 C i pareva benaugurante ripubblicare la foto della guerrigliera delle Farc-Ep con il suo bam- bino tra le braccia. La utilizzammo per una co- pertina di MC del gennaio 2008. Da allora sono pas- sati nove anni. Il conflitto colombiano è continuato, tra alti e bassi, fino al cessate il fuoco dello scorso 29 agosto, seguito alla firma dell’Accordo di pace del 24. È giusto qui ricordare che i missionari della Consolata, arrivati in Colombia nel 1947, vi svol- gono un ruolo di primo piano. Ne ricordiamo sol- tanto alcuni: mons. Luis Augusto Castro è stato un protagonista dell’intesa tra il governo e le Farc-Ep; un altro missionario, padre Leonel Narváez, è da tempo impegnato nel campo della pedagogia del perdono e della riconciliazione, in un paese dove le vittime della violenza si contano a milioni; un terzo, padre Antonio Bonanomi, ha svolto un lavoro straordinario tra le popolazioni indigene del Cauca, vessate sia dallo stato centrale che dalla guerriglia. In questo dossier proviamo a fare il punto della si- tuazione dando la parola ad alcuni di loro. Tutti vivono o hanno vissuto in prima persona il conflitto del paese latinoamericano. Dopo la vitto- ria del «no», tutti sono preoccupati per il domani. (Pa.Mo.) © Guillermo Legaria / AFP
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