Missioni Consolata - Novembre 2016
NOVEMBRE 2016 MC 11 • Petrolio | Disuguaglianze | Diritti umani • MC ARTICOLI # A sinistra: militanti dell’oppositore Guy Brice Parfait Kolelas festeggiano il suo secondo posto alle elezioni. # A destra: il quartiere periferico durante la stagione delle piogge. sulla costa. Oggi il governo punta soprattutto sulla concessione delle tradizionali licenze di sfrut- tamento». Secondo l’ Energy Information Administration (ente statistico sull’energia del governo Usa), il paese ha riserve di petro- lio che ammontano a 1,6 miliardi di barili. Un patrimonio che po- trebbe portare sollievo a quella ampia fascia (46,5%) di popola- zione che vive ancora sotto la so- glia di povertà e potrebbe garan- tire energia al 65% di congolesi che ancora vivono senza elettri- cità. Sventola il tricolore Questa ricchezza però fa gola a molti. E infatti sul territorio di Brazza operano compagnie statu- nitensi, francesi, portoghesi, an- golane. E, come già detto, anche l’italiana Eni. La società di San Donato opera nella nazione afri- cana da 48 anni. È impegnata sul fronte dell’estrazione di petrolio, del gas naturale e delle sabbie bi- tuminose. Secondo quanto ri- porta il sito Eni ( www.eni.it ), nel 2015 in Congo sono stati estratti un totale di 103mila barili al giorno tra gas e petrolio, cioè poco meno di quanto si estrae in Nigeria (137mila barili) e più di quanto viene ottenuto dai pozzi in Angola (101mila). La produ- zione è concentrata nei giaci- menti di Zatchi, Loango, Ikalou, Djambala, Foukanda e Mwafi, Ki- tina, Awa Paloukou, M’Boundi, Kouakouala, Zingali e Loufika. Proprio quest’anno, 2016, l’Eni ha aumentato la produzione e prevede di toccare i 14mila barili al giorno. L’attività degli italiani si è concentrata soprattutto sull’e- strazione marina. Il blocco Marine XII sembra quello più promettente: si stima che i vari giacimenti di quest’area abbiano riserve di gas e petrolio per circa 6 miliardi di barili. Ma le esplorazioni continuano e gli in- gegneri del «Cane a sei zampe» pensano che altre risorse siano ancora disponibili. L’Eni inoltre è attiva anche nella produzione di corrente elettrica. Nel 2007 ha infatti siglato un accordo con Brazzaville per la realizzazione di centrali elettriche che utilizzano il gas flaring , cioè il gas associato all’estrazione di petrolio. Questo gas, invece di essere rilasciato nell’atmosfera (è molto inqui- nante), viene portato, attraverso un gas-dotto di 55 km, nell’area di Djeno dove sono state realiz- zate due centrali che producono energia. «I rapporti tra Congo ed Eni sono ottimi - osserva Tricarico -. Una piccola curiosità: Claudio De- bituminose dalle quali è possibile ricavare petrolio (sebbene con procedimenti molto inquinanti e costosi). Il Congo Brazza ha pure importanti giacimenti di gas che però non riesce a sfruttare ap- pieno perché manca una rete di distribuzione (nonostante rappre- sentino un’ulteriore potenziale fonte di ricchezza). «Il Congo - spiega Antonio Trica- rico, analista dell’associazione Re:Common , che a più riprese si è occupato della situazione congo- lese - punta anzitutto allo sfrutta- mento dei giacimenti marini. E questo per due motivi: in primo luogo perché nei fondali congo- lesi il petrolio è abbondante e le riserve promettono bene, in se- condo luogo perché i giacimenti petroliferi congolesi sono relati- vamente vicini alla costa e quindi più facilmente sfruttabili. Alcuni anni fa, quando il prezzo del greg- gio era abbastanza elevato, il Congo ha investito nello sfrutta- mento delle sabbie bituminose e dei biocombustibili. Il progetto però è rimasto limitato alla fase esplorativa, probabilmente per- ché non era più conveniente ri- spetto alla produzione offshore e © AFP GODONG / BS P
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