Missioni Consolata - Ottobre 2016
OTTOBRE 2016 MC 81 Certo è che il coraggio non ti mancava. Anni prima per la salvezza della Patria, offersi la mia vita condividendo la trincea come cappellano mili- tare insieme a migliaia di altri giovani italiani. Con l’arrivo del fascismo mi accorsi che una battaglia ben più aspra era in atto. Puoi spiegarti meglio? Di fronte al Movimento fascista che andava sempre più crescendo, invitai i miei giovani a prepararsi ad una lotta tenace utilizzando un’arma per noi cattolici democratici sacra e divina, ovvero quella dei primi martiri cristiani: preghiera e bontà. Tirarsi indietro equivaleva a rinunciare a una missione fondamen- tale per la nostra Italia. Ma per i fascisti queste tue idee erano davvero pericolose. Per questo il massimo esponente dello squadrismo locale invitava apertamente i suoi sgherri a impar- tirmi una sonora «lezione di stile», in quanto il mio impegno pastorale era visto come un ostacolo alla piena fascistizzazione della zona. E così fu… Infatti a due sicari, qualcuno dice al servizio di Italo Balbo e su mandato della Federazione fascista di Fer- rara, venne comandato di prepararmi un agguato e di riempirmi di botte. In un’afosa serata estiva, don Giovanni Minzoni viene aggredito e ucciso a colpi di spranga sulla so- glia della sua canonica. Tanto gli esecutori materiali quanto i mandanti del delitto verranno assolti in un processo farsa condotto in un clima intimidatorio e conclusosi a Ferrara nell’estate del 1925. Il «Cor- riere Padano», giornale fascista di Italo Balbo nel- l’edizione del 1° agosto 1925, esalta la mirabile e travolgente arringa dell’onorevole De Marsico che porta all’assoluzione di tutti gli imputati. Bisognerà aspettare il 1947 perché il processo venga rifatto e i responsabili condannati, però or- mai il reato è caduto in prescrizione. Quanto alla Santa Sede, le proteste ufficiali si fanno sentire lungo tutto il ventennio fascista, ma riguar- dano propriamente gli episodi di aggressione ai sin- goli o alle organizzazioni e non mostrano alcuna cri- tica di principio all’azione e ai metodi del governo fascista. Del resto Mussolini impone di riappendere il Crocifisso negli uffici pubblici con grande sollievo di gran parte della popolazione. L’Osservatore Ro- mano sorvola sull’assassinio di don Giovanni Min- zoni per mantenere gli equilibri che faticosamente si stanno costruendo tra il governo fascista e la Santa Sede. La salma di don Minzoni riposa oggi nella Chiesa di Argenta, ove è stata trasferita da Ravenna nel 1983. Per quella cerimonia Giovanni Paolo II in- viando un messaggio ricordò: «L’eccezionale signifi- cato assunto dal sacerdote martire del fascismo per l’intera nazione italiana», additando in don Min- zoni un punto di incontro tra i credenti e coloro che, pur privi del dono della fede, ne riconoscono i valori. Don Mario Bandera • Resistenza | Libertà | Indipendenza • MC RUBRICHE © http //www giunglasilente com/dminzoni html
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