Missioni Consolata - Ottobre 2016
OTTOBRE 2016 MC 79 di Mario Bandera 4 chiacchiere con « i Perdenti» 18. DONMINZONI MARTIRE DEL FASCISMO La sera del 23 agosto 1923 don Giovanni Minzoni, mentre faceva ritorno a casa, fu attaccato da squadristi fascisti e ucciso a bastonate. Aveva trentotto anni. Nato a Ravenna il 29 giugno 1885, cresciuto in una famiglia medio borghese, studiò in semi- nario e nel 1909 fu ordinato sacerdote. L’anno seguente fu nominato cappellano ad Argenta (provincia di Ferrara ma diocesi di Ravenna), da cui partì nel 1912 per stu- diare alla Scuola sociale di Bergamo, dove si diplomò. Animato da un profondo amore per la Chiesa e dotato di acuta sensibilità per i problemi sociali, si interessò subito alla vita politica e civile del paese avviando numerose iniziative per i parroc- chiani più bisognosi. Le sue opere di carità, unite a un’intensa attività pastorale e sociale, avrebbero fatto di lui un coraggioso leader dell’organizzazione della gio- ventù cattolica della sua zona. Chiamato alle armi nell’agosto 1916, inizialmente pre- stò servizio nella Sanità in un ospedale militare di Ancona. Successivamente chiese di essere inviato al fronte dove giunse come tenente cappellano del 255° Reggi- mento di fanteria. Durante la battaglia del Piave, dimostrò un coraggio tale da es- sere decorato sul campo con la medaglia d’argento al valore militare. Al termine della Grande guerra tornò ad Argenta. Aderì al Partito popolare italiano di don Luigi Sturzo, ma ciò non gli impedì di essere amico del sindacalista socialista Na- tale Gaiba, prima vittima nel 1921 della violenza delle camicie nere fasciste. Questo fatto e altri episodi lo portarono a rifiutare con convinzione l’ideologia fascista e di conseguenza avviare fra i giovani una robusta formazione civica e morale per lo svi- luppo della democrazia; una prassi pastorale che in seguito pagò a caro prezzo. © www larchivio org/xoom/dongiovanniminzoni htm
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