Missioni Consolata - Ottobre 2016
Dom Roque, lei dunque con- ferma che il Congresso brasi- liano è dominato da partiti av- versi ai popoli indigeni? «Confermo. Nel Congresso nazio- nale noi abbiamo tre schieramenti ( bancadas ) anti-indigeni: la ban- cada della Bibbia ( Bíblia ), quella della pallottola ( bala ) e quella della vacca ( boi ) 4 . Anche il potere giudiziario ha un atteggiamento completamente contrario. In- somma tutti i poteri dello stato mostrano una grande insofferenza nei confronti dei popoli indigeni». L’illusione dello sviluppo Dom Roque, una delle obiezioni che si fanno alle politiche indige- niste può essere riassunta in una frase: troppa terra per pochi in- digeni. «È una obiezione infondata. In pri- mis, perché tutta la terra del Bra- sile era loro. Essi l’abitavano da tanto tempo. Secondo, gli indigeni hanno un usufrutto della terra e non la proprietà. Terzo, è general- mente riconosciuto, anche dallo stesso governo brasiliano, che le terre indigene sono meglio con- servate delle altre. Non mostrano la distruzione della natura come le altre. I fiumi in terra indigena, quelli non inquinati dai garimpos (miniere), sono di acqua cristal- lina. Da ultimo, non è che la terra appartenga agli indigeni, sono gli indigeni che appartengono alla terra. Appartenere alla terra in- vece che esserne proprietario è ciò che definisce un indigeno. Questa è una differenza che, a prima vista, ai nostri occhi pare in- comprensibile». Un’altra obiezione riguarda la necessità dello sviluppo econo- mico, soprattutto ora che il paese è passato dal miracolo economico alla crisi. «Il paese deve trovare un equili- brio. Tutti questi progetti ser- vono? Noi dobbiamo chiederci che sviluppo vogliamo. Uno sviluppo dove pochi hanno molto e molti non hanno niente? Oppure uno sviluppo equilibrato in cui ci sia una relazione corretta con l’am- biente e la creazione? Questa Casa comune - come la chiama il papa - è amministrata molto male. I po- poli indigeni sono quelli che pos- sono insegnarci come curarla e mantenerla. Secondo: con questo ritmo di sviluppo non ci potranno essere risorse per tutti. È necessa- rio un percorso di austerità, una vita più sobria invece dell’attuale che prevede il consumo per il con- sumo». È un fatto che in Amazzonia si stia facendo di tutto. In modo le- gale e illegale. «L’Amazzonia è stata sempre vista come il luogo dell’abbondanza. Per il Portogallo prima, per il Bra- sile poi, ma non per i popoli indi- geni. Le sue risorse sono state messe al servizio del capitale, na- zionale e internazionale. I progetti vengono calati dall’alto e non ri- spettano i modi di vivere di chi l’A- BRASILE 56 MC OTTOBRE 2016 # Da sinistra a destra in senso orario volti indigeni: donna Yanomami, anziano Yekuana, giovane Makuxí e indio Taurepang. # In basso : manifestazione indigena per la demarcazione, perché terra significa (anche) salute. mazzonia la abita da sempre. In al- tre parole, sono fatti per servire i grandi interessi e non certo i po- poli amazzonici». Come Cimi siete spesso accusati di fare politica. Come sono le vo- stre relazioni con il potere? «La nostra è una relazione estre- mamente discreta. Il nostro lavoro non ha bisogno di presidenti. Noi seguiamo il Vangelo». La missione istituzionale della Funai, organo ufficiale dello stato brasiliano, sarebbe quella di proteggere e promuovere i di- ritti dei popoli indigeni del paese. È un compito che essa as- solve in modo adeguato? «Storicamente il Brasile non ha mai svolto un lavoro di promo- zione indigena. La Funai è stata fondata dai militari e guidata per molto tempo secondo la filosofia della sicurezza nazionale 5 . Oggi è un organismo totalmente disorga- nizzato e limitato dalle stesse leggi brasiliane». La Casa comune: distruttori e difensori Dom Roque, cosa pensa dell’at- teggiamento di papa Francesco rispetto ai popoli indigeni? E de- gli errori commessi in passato dalla Chiesa cattolica nei loro ri- guardi? «Già nella Evangelii Gaudium il papa aveva parlato dei popoli indi- geni. Nella Laudato si’ il papa è an- dato oltre scrivendo quasi un inno di riconoscenza verso la ricchezza © Carlo Zacquini © Carlo Zacquini
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=