Missioni Consolata - Ottobre 2016

Mato Grosso del Sud Dove un indio non vale una vacca... ... o un campo di soia o di canna da zucchero o di eucalipto. È lo stato brasiliano dove si contano più violenze ai danni delle popolazioni indigene per mano dei proprietari terrieri ( fazendei- ros ). Nel 2015 sono stati ammazzati 36 indigeni e 45 si sono tolti la vita. I l Mato Grosso del Sud è uno stato brasiliano del centro-ovest. È esteso come la Germania, ma ospita soltanto 2,5 milioni di abitanti. I numeri che lo caratterizzano sono i seguenti: 21,7 milioni di bovini (9 vacche per abitante), 1,1 milione di ettari di terra coltivati a soia (per 5 milioni di tonnellate pro- dotte annualmente), 550mila ettari di terra coltivati a canna da zucchero (soprattutto per il mercato dell’e- tanolo), 380 mila ettari coltivati ad eucalipto (per il mercato della cellulosa) 1 . Vi risiedono anche circa 77 mila indigeni, tra i quali i Kaingang e almeno 43 mila Guarani-Kaiowá, abitanti originari 2 . Un tempo erano i «padroni» di queste terre, poi - a partire dalla fine del XIX secolo - iniziarono a esserne espulsi dai bian- chi. Oggi vivono - letteralmente - in accampamenti ai margini delle strade (come la Br-290 e la Br-386) o in qualche angusto spicchio delle 63 terre indigene (Ti) ufficialmente esistenti nello stato secondo la Funai 3 . La gravità di questa condizione è riassunta in un dato impressionante: nel solo 2015, tra gli indigeni del Mato Grosso del Sud, sono stati registrati 45 suicidi 4 , con un tasso d’incidenza molto più elevato che nel re- sto della popolazione brasiliana. In questi anni di aumento della domanda di prodotti, nel Mato Grosso del Sud la frontiera agricola ha con- tinuato ad espandersi e a concentrarsi nelle mani dell’oligarchia fondiaria, sempre a discapito delle po- polazioni indigene. Quando si ribellano, magari riprendendosi ( retomada , è il termine utilizzato dagli indigeni; invasão , è il ter- mine utilizzato dai non-indigeni) parte delle terre ( Tekoha , che in lingua guarani significa «il luogo del modo di essere guarani») che appartenevano ai loro avi, vengono vessati dalle autorità locali e soprattutto fatti oggetto di violenza da parte dei sicari ( pistoleiros ) dei locali produttori agricoli ( fazendeiros ), i quali mai pagano per le loro azioni delittuose. Da anni il Mato Grosso do Sul è lo stato brasiliano che registra il più alto numero di violenze e di omicidi ai danni delle po- polazioni indigene. Nel 2015 sono stati 36 gli indigeni assassinati su un totale di 137 nell’intero Brasile 5 . Una scia di omicidi (impuniti) Per capire quanto il problema sia radicato, è utile ri- cordare i casi più eclatanti degli ultimi anni, iniziando dall’11 gennaio del 2003. Quel giorno viene ucciso Marcos Veron, un cacique guarani-kaiowá di 72 anni. Il suo gruppo di famiglie indigene si era installato su un piccolo appezzamento della fazenda Brasília do Sul, un latifondo di 9.972 ettari sorto in terra indigena, nel municipio di Juti. Nello sgombero violento attuato dalle forze di sicurezza dei fazendeiros l’anziano leader indigeno perde la vita. Il 18 novembre 2011 viene ucciso Nizio Gomes , un al- tro cacique guarani-kaiowá. Un gruppo di indigeni aveva ripreso un piccolo pezzo della fazenda Nova 54 MC OTTOBRE 2016 BRASILE © Matias Rempel / Cimi MS

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