Missioni Consolata - Ottobre 2016
52 MC OTTOBRE 2016 A fine dicembre un bambino di etnia Kaingang è stato ucciso alla stazione dei bus davanti agli occhi della mamma. Come ha reagito il paese? «L’assassinio di Vitor 2 , un bambino di 2 anni, dimostra che la società è discriminatoria, spesso alimentata dai grandi media del Brasile. La sua morte ha provocato, evidente- mente, una certa commozione, ma non c’è un atteggiamento di accettazione della società brasi- liana verso gli indigeni e la loro cultura. È violenta». I popoli indigeni e la politica «Bala, Boi, Bíblia» Provi a farci un elenco dei princi- pali problemi dei popoli indigeni del Brasile. «Il primo grande problema è l’in- differenza della società brasiliana. Un’indifferenza storica, che parte dai colonizzatori che vedevano nei popoli indigeni una cultura arre- trata. Come non fossero persone BRASILE la presidenza. Oggi l’organismo sta vivendo un momento molto impe- gnativo a causa della difficile con- dizione degli indigeni. In Mato Grosso do Sul è stata addirittura creata una commissione ( Comis- são parlamentar de inquérito, Cpi) per investigare sul suo comporta- mento (vicenda raccontata nel ri- quadro di pagina 54, ndr )». Il Cimi ha da poco reso pubblico, come fa ogni anno, il rapporto sulle violenze perpetrate ai danni dei popoli indigeni in Bra- sile. Che quadro ne è uscito? «Che anche nel corso del 2015 i popoli indigeni hanno subito un gran numero di violenze. Il nostro rapporto annuale - Violência con- tra os povos indígenas no Brasil - è un lavoro riconosciuto a livello in- ternazionale. Con esso noi denun- ciamo la violenza delle imprese minerarie, di quelle dell’agroindu- stria e del legno, ma anche del go- verno con le sue repressioni poli- ziesche». con una dignità. Il secondo pro- blema è l’aggressione ai diritti che, a costi altissimi, furono introdotti nella Costituzione del 1988. Oggi c’è un tentativo di de-costruzione di questi diritti attraverso tante proposte di modifiche costituzio- nali ( Proposta de emenda consti- tucional, Pec). C’è poi l’invasione delle terre demarcate per mano di vari soggetti: le compagnie mine- rarie, le imprese del legno, le com- pagnie per le grandi opere del go- verno. Possiamo qui ricordare le centrali di Belo Monte, Balbina, Ji- rau 3 e molte altre. C’è infine il grande problema della salute indi- gena, che versa in un caos genera- lizzato: le sue prospettive sono molto difficili». Prima di essere esautorata, la presidenta Dilma non aveva fatto molto per la questione in- digena. Basti pensare che, come ministra dell’agricoltura, aveva Kátia Abreu, nota ruralista e anti-indigena. «Per i popoli indigeni il governo Temer costituirà una prova ben più difficile rispetto al governo Dilma. L’obiettivo di questo go- verno è eliminare i diritti dei po- poli indigeni. È di aprire l’accesso alle loro terre. È tagliare tutte le politiche di promozione indigena: dall’educazione differenziata alle università. Noi non ci facciamo il- lusioni sul governo Temer. Come non ce ne facciamo sul Congresso nazionale, sempre più ostile verso la causa indigena e verso quella afro. È un Congresso estrema- mente conservatore e interessato soltanto al capitale internazio- nale». - continua a pag. 56 - # A destra: donna Makuxi dello stato di Roraima. Sotto : due giovani Makuxi. Pagina seguente : Michel Temer, nuovo presidente del Brasile dal 31 agosto 2016. © Carlo Zacquini © Carlo Zacquini
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