Missioni Consolata - Ottobre 2016
DAI LETTORI Cari mission@ri Risponde il Direttore OTTOBRE 2016 MC 5 Kruscev picchiandola sul leggio) a tutti quegli altezzosi rappresentanti del pianeta, che qualcu- no definisce «maestri di imbecillità burocratica», di impegnarsi concreta- mente per far cessare il ributtante mercato. Mentre l’ignavia fin qui dimostrata non fa che renderli complici di i- naudite violenze su vitti- me innocenti. Per concludere è forse esagerato dire di coloro che potendo parlare for- te invece tacciono sono anime sporche? Grazie per l’attenzione. Un cor- diale saluto. Angelo Brugnoni Daverio (Va), 28/05/2016 Caro Angelo, l’argomento da lei toccato è scottante e spesso af- frontato in termini fuor- vianti. Ne è prova la viru- lenza faziosa dei giorni di fine agosto, appena dopo il tragico terremoto nelle Marche e nel Lazio. Gli at- TEMPI DI CRISI Egregio padre, leggo nel numero di maggio di MC dei tempi difficili dovuti alla crisi, molto diversa, dice Lei giustamente, da quelle passate e della quale non siamo solo spettato- ri ma che sta sconvol- gendo il nostro modo di vivere stravolgendo valo- ri e relazioni minando le nostre sicurezze. Appunto perché è molto diversa da quelle del passato, è necessario debba essere trattata con maggior risolutezza. La crisi che stiamo vi- vendo ha ormai assunto dimensione planetaria e come tale i singoli stati non hanno né la capacità politica né quella morale di risolverla. Solo l’Onu avrebbe la possibilità di fare qualcosa per la straordinaria emergen- za. L’Onu dovrebbe dire chiaro e forte quali sono gli stati dove esiste un reale «stato di guerra» e non semplici sollevazioni e diatribe politiche tra concorrenti al potere do- ve coloro che si sentono perseguitati vogliono cambiare semplicemen- te patria, da qui moltissi- mi migranti con tutti i problemi relativi. Una volta individuati questi stati, le ambascia- te di paesi che intendono accogliere con scopi u- manitari coloro che vo- gliono fuggire, potrebbe- ro essere autorizzate a farli espatriare mediante viaggi organizzati e quin- di sicuri. La grande mag- gioranza dei migranti in- vece, dopo gli onerosi co- sti per il «passaggio», sono spesso vittime di soprusi e violenze nei luoghi di raccolta e infine corrono il rischio di per- dere la vita durante il trasporto.Il tutto, spiace dirlo, con la complicità di coloro che zitti zitti (tran- ne qualche «bisbiglio» su alcuni organi di stam- pa), dovrebbero invece muoversi con decisione per evitare tale oscena barbarie. Non ci si mette dalla parte della ragione dicendo semplicemente: «accoglienza, accoglien- za» sapendo per certo, (le statistiche sono lì a dimostrarlo oltre ogni ragionevole dubbio) che molti di questi poveretti periranno durante il viaggio (mentre scrivo potrebbero essere in procinto di annegare pa- recchie persone, bambi- ni compresi). Pertanto tutti quei poveri cadaveri (migliaia, dico- no le statistiche), che stanno marcendo in fon- do al Mediterraneo sono vittime sacrificali di: stu- pidità, sciocco buonismo e altruismo interessato, spesso a fini elettorali. Questo a causa del ver- gognoso menefreghismo di coloro che dovrebbero denunciare con decisio- ne la condizione di ab- brutimento di quei pove- retti trattati come im- mondizia anziché come esseri umani. Mi riferisco non solo a tutti i capi di stato e di governo, interessati al problema migratorio, ma anche a intellettuali, giornalisti, esponenti re- ligiosi d’ogni fede, ossia gente che «conta», che dovrebbe sollecitare l’O- nu per interventi miranti a fermare una volta per sempre tutte quelle or- ganizzazioni, quasi sem- pre criminali, che favori- scono l’indegno com- mercio umano. Il silenzio dei potenti al- lora diventa criminale. Papa Francesco, oltre che a Lampedusa, do- vrebbe andare all’Onu, anche se non invitato, e urlare forte (magari to- gliendosi anche una scarpa, come ha fatto In queste pagine diamo spazio a tutte le lettere, email o messaggi che riceviamo, purché chiaramente firmati. VICINANZA ALLE VITTIME DEL TERREMOTO Di fronte al terremoto che ha colpito il Centro Italia, alla morte di tante perso- ne e ai danni materiali che hanno sconvolto numerosi paesi, noi Missionari della Consolata vogliamo far arrivare a tutti una parola di conforto e di conso- lazione nel Signore e nella nostra Madre Consolata. Le immagini della distruzione spezzano il cuore. Le nostre più profonde con- doglianze alle famiglie delle vittime e tutta la nostra vicinanza ai sopravvissu- ti. Ci facciamo voce anche dei nostri confratelli e consorelle che hanno man- dato messaggi di solidarietà e affetto per i terremotati e l’Italia a nome dei cristiani delle loro comunità in Africa, America e Asia. La terra che trema ci conferma la nostra impotenza ed evidenzia la nostra fragilità, ma ci fa anche provare tanta solidarietà e unità. Potrebbe capitare a tutti di trovarsi senza niente, senza casa, senza affetti, senza terreno sotto i piedi. Un motivo in più per apprezzare quello che abbiamo e aiutare chi ha tutto perduto. Che la solidarietà e la fraternità vinca sul male e sull’egoismo! Che la gratuità e la corresponsabilità vincano sul cinismo e l’affarismo di chi si arricchisce su questi drammi. Che la gravità della situazione ci stimoli a essere davvero custodi e giardinieri di questo nostro mondo e non avidi e irre- sponsabili sfruttatori della natura. Che il Signore della vita e della storia ab- bia pietà di noi e continui ad accompagnarci con la sua mano! Fraternamente, padre Stefano Camerlengo, superiore generale, 26/08/2016
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