Missioni Consolata - Ottobre 2016
logo interculturale ed interreligioso: prima di dialo- gare è necessario conoscersi. Sempre più urgente appare il bisogno di forma- zione e accompagnamento attraverso l’organizza- zione di incontri, anche su temi molto specifici come quello della legislazione e regolazione dell’im- migrazione e, soprattutto, dal punto di vista reli- gioso, sull’Islam e le sue diverse correnti. Già il cardinal Martini nel documento Noi e l’Islam del 1990 metteva in guardia contro il conflitto e il relativismo disinformato. Il fenomeno, infatti, va conosciuto, precisava, per evitare «uno zelo disin- formato che può esprimersi sia attraverso atteggia- menti di chiusura pregiudiziale sia - più sovente - attraverso atteggiamenti superficiali che, in nome di un generico ottimismo, non colgono la comples- sità delle questioni e i problemi. La posizione cor- retta è un serio sforzo di conoscenza, un supple- mento di cultura» 12 . Come sottolinea don Andrea Pacini, rispetto all’Is- lam, l’obiettivo di questi percorsi di formazione do- vrebbe essere quello di «fornire una conoscenza in grado di impedire il cristallizzarsi di pregiudizi e atteggiamenti conflittuali o irenici (in entrambi i casi espressione di zelo disinformato) sia per dare quel minimo di conoscenza che permetta di entrare in rapporto con l’altro in modo efficace (cono- OTTOBRE 2016 MC 45 vità ricreative/culturali (5,2%). Ugualmente basso è il coinvolgimento in ruoli di responsabilità, come già segnalato in precedenza nella partecipazione ai consigli pastorali o tra i catechisti. L’oratorio è un luogo dove si costruiscono e si svi- luppano importanti relazioni tra pari e con adulti significativi: sacerdoti, suore, educatori ed educa- trici e in cui la provenienza e l’origine dei genitori spesso passano in secondo piano rispetto alle dina- miche e ai processi classici di socializzazione dei ra- gazzi e degli adolescenti. I ragazzi vivono, infatti, nelle relazioni tra pari una dimensione di normalità e le differenze - che si vedono di più nella genera- zione dei genitori - sono spesso superate da un radi- cato senso di appartenenza al territorio in cui si abita e si vive e ai luoghi che si frequentano, come l’oratorio, appunto, più che alle proprie origini. Per il dialogo serve la conoscenza Dal punto di vista dell’offerta e della proposta valo- riale ed educativa dell’oratorio gli intervistati per la ricerca Educare generando futuro concordano su due questioni: la presenza di ragazzi stranieri negli oratori e nelle parrocchie stimola l’innovazione nell’organizzazione delle attività e richiede, in parti- colare con riferimento alla presenza di minori stra- nieri di fede non cattolica, che vengano organizzate occasioni di mutua conoscenza e, allo stesso tempo, fa sorgere un bisogno di formazione specifica per gli educatori, i catechisti e gli animatori. Quello della formazione e delle occasioni di incon- tro, non solo per catechisti ed educatori, ma anche per i ragazzi e le loro famiglie, è un tema ricorrente rispetto alle questioni poste dall’incontro e dal dia- Qui sopra: Formigine (Mo), doposcuola all’oratorio della parrocchia S. Giovanni Bosco. Pagina precedente : un bambino alla manife- stazione della comunità musulmana a Reggio Emilia il 10 feb- braio 2006 contro la pubblicazione delle vignette satiriche su Maometto. DOSSIER MC SECONDA GENERAZIONE
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=