Missioni Consolata - Ottobre 2016

36 MC OTTOBRE 2016 INTRODUZIONE SECONDAGENERAZIONE Terrorismo e fondamentalismo islamico rischiano di riaccendere uno «scontro di civiltà» nei paesi europei. In questa situazione, che ruolo possono giocare le seconde generazioni? N egli ultimi mesi terrorismo e fondamenta- lismo islamico sono tornati prepotente- mente sulle prime pagine dei giornali, por- tando con sé un’isteria collettiva che ri- chiama le paure dello «scontro di civiltà». Il terrori- smo e i suoi effetti collaterali hanno, infatti, ricadute importanti sulle stesse comunità islamiche in Eu- ropa e sul faticoso processo di integrazione nelle co- munità in cui si trovano. Ai musulmani che vivono nei paesi europei viene chiesto con forza di prendere posizione: condannando, dissociandosi dagli estre- misti, cercando spiegazioni ai gesti folli, per «tran- quillizzare» le società in cui vivono. Giornalisti e ac- cademici si sforzano allora di inquadrare nuove fi- gure con cui poter dialogare, da poter «integrare» o già «integrate»: il «musulmano moderato», il «mu- sulmano europeo». Cercando di dare etichette, però, talvolta, si viene a generare ancora più confu- sione, rendendo sempre più difficile trovare interlo- cutori adeguati perché, al di là delle prese di posi- zione pubbliche e ufficiali, molti sono i punti critici che rimangono aperti: l’esistenza o meno di un Islam europeo o italiano, l’influenza dell’Islam politico, il rapporto tra sfera politica e sfera religiosa, il ruolo della secolarizzazione. A questi elementi va aggiunta la crescita di una nuova generazione di musulmani di origine straniera in Italia che, nell’ultimo decennio, ha raggiunto l’età adulta, e il con- fronto (talvolta lo scontro) tra padri e figli sulla di- versa visione della religione e del ruolo di questa nella società d’adozione, sulle nuove forme di riap- propriazione di rituali, tradizioni e usanze, sulla rivi- sitazione e rinegoziazione di pratiche e credenze, che riflette una crescente autonomia soggettiva dei più giovani dalla cultura ereditata. La partecipa- zione a un contesto democratico, l’uso di una lingua differente da quella della propria comunità d’ori- gine, l’immersione totale in luoghi di socializzazione italiana condizionano, infatti, le scelte dei giovani musulmani, contribuendo significativamente a una messa in discussione e, spesso, a una reinterpreta- zione critica dell’appartenenza religiosa. Come ha scritto la ricercatrice Anna Granata, i giovani spesso scelgono «una loro via, cercando compro- messi e nuove sintesi, ponendosi domande sulle tra- dizioni che hanno ereditato, vivendo la fede in un modo personale e autentico e non sull’onda di un’a- desione acritica». Si riscontra, insomma, un progressivo distacco da un Islam «etnico» e l’affermazione di una relazione personale con la dimensione religiosa. I giovani mu- sulmani non vedono più l’Islam come una mera ri- produzione di pratiche religiose del paese di origine dei genitori in un nuovo contesto. L’appartenenza religiosa delle seconde generazioni si configura piuttosto come uno stile di vita legato a una scelta: scelta che aiuta a comprendere sé stessi e sentirsi parte attiva della società. Viviana Premazzi Musulmani d’Italia I n Italia, l’appartenenza religiosa, in quanto dato sensibile, non viene rilevata dalle ana- lisi Istat. Per questo le stime, fornite dai di- versi enti e istituti di ricerca, possono variare significativamente: il Cesnur ( Centro studi sulle nuove religioni ) nel 2012 parlava di 115mila musulmani italiani, tra immigrati e convertiti, Camillo Regalia di Ismu ( Iniziative e studi sulla multietnicità ) alla conferenza Me- tropolis del 2014 li stimava in 258mila. Più alti sono invece i numeri forniti dal Pew Forum on Religion and Public Life : nel 2010, secondo l’i- stituto, i musulmani in Italia erano già 1.583.000, dato che si avvicina a quello di- chiarato dal presidente dell’Ucoii ( Unione delle comunità islamiche italiane ) 1 milione e 700mila, e stimato nel Dossier Immigrazione 2015 curato da Idos ( Centro studi e ricerche ): più di 1 milione e 600mila. Tra i musulmani, oltre agli immigrati di prima generazione, tro- viamo ora anche una consistente presenza di «musulmani di seconda generazione», ossia giovani di fede musulmana e di origine immi- grata, ma nati in Italia. ( Vi.P. )

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