Missioni Consolata - Ottobre 2016

MC ARTICOLI OTTOBRE 2016 MC 25 strati nel vicino Kenya, anch’esso militarmente impegnato oltre- confine. Trovandomi ad Addis Abeba, non posso rinunciare a un giro sull’ul- tima novità: la prima metropoli- tana dell’Africa subsahariana, en- trata in servizio nel settembre 2015 e costata 475mila dollari. Oltre alla costruzione e alla forni- tura del materiale rotabile, Pe- chino si sta occupando anche del funzionamento: per un paio d’anni, i macchinisti alla guida dei treni saranno cinesi, gradual- mente sostituiti da personale etiope sotto loro sorveglianza. Percorro poi la nuova autostrada verso Sud e, di fronte ai carrettini e agli asinelli che procedono con- tromano, mi chiedo quante per- sone beneficino davvero di tali in- vestimenti. Infatti, dopo più di un decennio con tassi di crescita del Pil mediamente superiori al 10%, ci si trova ancora di fronte a una maggioranza della popolazione, che ormai raggiunge i 100 milioni di abitanti, costretta a vivere con meno di due dollari pro capite al giorno. Una grande povertà, ma anche una forte capacità di acco- glienza dei profughi (calcolati in circa 750mila persone), che ha stupito il presidente della Repub- blica italiana Sergio Mattarella du- rante la visita di stato del marzo scorso. In capitale, dove giungono molti mendicanti, sempre più per- sone si scostano dalle indicazioni sia ortodosse sia musulmane, per le quali ogni soldo donato sarà lautamente ricompensato in para- diso, ma pretendono che il go- verno sia più incisivo nei pro- grammi di lotta alla povertà, in modo da evitare che molti bam- bini non vedano altro futuro che l’accattonaggio. Seppur fra mille cambiamenti, posso affermare di aver ritrovato l’Etiopia di sempre, con le sue meraviglie e i suoi orrori, che of- fre fascino o sgomento a seconda di come la si guardi. Quell’Etiopia difficile da inquadrare, soprat- tutto se ci si ostina a utilizzare i consueti parametri statistici. Si tratta infatti di un paese nel quale, in statistica, possono an- e contrasti, pare un po’ più tran- quilla. In ogni caso, l’Etiopia non ha mai vacillato nella sua idea di portare a termine l’impresa, costi quello che costi. L’ossessione per le guerre Dopo il conflitto fratricida con l’E- ritrea, negli ultimi tre lustri l’«os- sessione» etiope per le guerra sembra essersi affievolita. Ma un giovane militare con il quale mi trovo a chiacchierare, mi offre un esempio della storica fierezza dei combattenti locali. Quando, da- vanti al suo kalashnikov che esibi- sce in bella mostra, gli dico scher- zosamente di non spararmi, per tutta risposta si fa serio e mi ri- batte piccato: «Non sono mica un pericolo pubblico, sono un sol- dato della Repubblica Federale d’Etiopia e sono stato addestrato a comportarmi in modo profes- sionale!». Molti si chiedono come mai, nonostante le numerose azioni incisive portate avanti da reparti etiopi in Somalia, il paese non abbia subito attacchi terrori- stici della portata di quelli regi- # A destra: momenti della festa di Timkat , ad Addis Abeba. # Sotto: bambina in una scuola coranica a Moyale, nel Sud del paese.

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