Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2016

mazione, raccolta di informazioni, incidenza nelle istanze internazio- nali. I partecipanti sono stati scelti in base alla loro esperienza nella difesa dei diritti della popolazione e dell’ambiente, al loro forte radi- camento nel territorio, all’impe- gno con la Chiesa e le comunità, oltre che alla disponibilità di diffondere in loco quanto hanno appreso a scuola. (Fides) GIORDANIA CASULA DI SCARTI S iamo giovani donne «scartate da uomini malvagi, l’Isis, che ci hanno cacciato dalla nostra ter- ra... l’Isis poneva ai cristiani tre possibilità: rinnegare la nostra fe- de e convertirci all’Islam, pagare una tassa per restare, oppure mo- rire. Abbiamo lasciato tutti i nostri averi per salvare la nostra vita e la nostra fede. Abbiamo scelto di se- guire il Cristo in cui crediamo, quel Cristo che non ci ha mai ab- bandonato e ci ha dato la forza per sopportare le difficoltà finché sia- mo arrivate in Giordania», così scrive, in una struggente lettera indirizzata a Papa Francesco, un gruppo di ragazze irakene per ac- compagnare il dono di una casula al Pontefice. Nella lettera raccon- tano al Papa del loro laboratorio di sartoria, un progetto sostenuto dal Patriarcato latino di Gerusa- lemme, con la sua griffe, «Made by Iraqi girls» che produce capi di vestiario che vengono lanciati at- traverso i social network ottenen- do grande successo per la loro combinazione di colori e trame della tradizione mediorientale con i modelli di abiti di gusto occiden- tale. Un lavoro per ricucire la tra- ma di una speranza distrutta dalla violenza della guerra e dello Stato islamico, per tornare a vivere e a sognare un futuro sereno. E pro- prio in questo laboratorio hanno di preghiera, proporre il sacra- mento della Riconciliazione e poi aprire un dialogo di riconciliazione tra persone e gruppi in conflitto tra loro. «Queste celebrazioni - ha detto il vescovo - hanno avuto un grande impatto, rafforzando i va- lori evangelici e la volontà di ri- conciliazione in famiglia oltre che tra persone e famiglie in conflitto tribale tra loro». (Vatican Insider) ECUADOR DIRITTI UMANI L a promozione, la difesa e l’esi- gibilità dei diritti umani nella Pan-Amazzonia, compresi il dirit- to alla vita, alla salute, al territo- rio e all’autodeterminazione, sono stati al centro della «Scuola dei Diritti Umani» promossa dalla Repam (Rete Ecclesiale Pan-A- mazzonica), nel suo obiettivo di formare leader di comunità e ope- ratori pastorali nel territorio a- mazzonico. Per cinque settimane, tra aprile e maggio, 25 leader e rappresentanti della popolazione pan-amazzonica di Bolivia, Brasi- le, Colombia, Ecuador e Perú, hanno preso parte a questa inizia- tiva, che si è realizzata a Quito, articolata lungo tre direttive: for- ISOLE SALOMONE PORTA SANTA ITINERANTE «S e la gente isolata non può andare alla Porta Santa, la Porta Santa andrà alla gente iso- lata». Anche in barca, se necessa- rio. Parola di «Bishop Luciano», come viene chiamato monsignor Capelli, vescovo italiano alle Isole Salomone, nel Sud Pacifico, Ocea- nia. Il prelato infatti ha organizzato il trasporto del segno del Giubileo, la «soglia che conduce dal peccato al bene», in barca, da un’isola al- l’altra della sua diocesi di Gizo, tra gli indigeni. Perché la lontananza di molte parrocchie dalla catte- drale rendeva impossibile per le popolazioni tribali raggiungerla. Così per due mesi la Porta Santa ha percorso i più sperduti isolotti e villaggi del territorio della diocesi. La sua peregrinazione ha conse- guito una partecipazione liturgica mai vista prima in ognuna delle 14 stazioni visitate. Il programma è stato replicato in maniera presso- ché analoga in ogni villaggio: dopo la cerimonia di benvenuto ufficiale alla Porta Santa da parte dei guer- rieri del villaggio faceva seguito u- na liturgia della durata di tre gior- ni per presentare il senso del Giu- bileo, svolgere insieme una veglia La Chiesa nel mondo a cura di Sergio Frassetto # Isole Salomone - arrivo della Porta Santa dal mare a una comunità. 8 MC AGOSTO-SETTEMBRE 2016

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