Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2016

L’ Allamano ebbe con- tatti con due perso- naggi importanti nel laicato cattolico: con il sig. Giuseppe Bianchi-Cagliesi, a Roma, e con il sig. Carlo Gromis di Trana a Torino, i quali si resero conto che era un uomo dalle vedute ampie e rilasciarono interes- santi testimonianze sulla sua santità. Giuseppe Bianchi-Cagliesi. Nato a Morlupo, un comune del Lazio Superiore, Bianchi- Cagliesi (1864-1952), visse sempre a Roma. Si trasferiva talvolta a Torino per incon- trare un fratello, ed ebbe l'occasione di conoscere l'Allamano. I con- tatti più importanti accaddero a Roma. Così narrò il primo incontro del 10 aprile 1899: «Quando il canonico Allamano prese le redini del santuario della Consolata e venne a Roma in compagnia del rev.mo teo- logo Boccardo per le pratiche preliminari della causa di beatificazione di Don Cafasso, girai con loro tutto il giorno per visitare le immagini della Vergine più rinomate del- l'Urbe e specialmente quelle che erano ve- nerate sotto il titolo della Consolata, degli in- fermi, della salute. Ponemmo, infatti, la no- stra attenzione sulla Madonna della Salute che si venera nella chiesa della Maddalena, officiata dai Padri Ministri degli infermi, che ha delle somiglianze con la Consolata di To- rino». Bianchi-Cagliesi volle rilasciare una lunga te- stimonianza dalla quale emerge la sua stima per la santità dell'Allamano. Eccone qualche brano: «Più volte ho potuto osservare che le stesse autorità civili, o italiane o inglesi, con le quali il canonico Allamano aveva rela- zioni, allorché con tanta passione d'apostolo si interessava per aprire la via alle nuove missioni nel Kenya, avevano parole di vene- razione e d'alta simpatia, verso quell'umile sacerdote che, raggiante di letizia, pre- sto doveva inviare missionari nel centro dell'Africa». «Mi sentivo onorato di ac- compagnarlo per le vie di Roma e rimanevo ammirato della influenza e fascino che esercitava con i suoi discorsi ed osservazioni». «Posso dire che la virtù del Canonico tra- spariva in ogni suo atto, dalla sua andatura, compo- stezza, affabilità e dalla sua bonaria fisionomia». «Mi com- muoveva la sua attività onde promuovere il culto della SS. Vergine». Carlo Gromis di Trana. Dottore in legge ed esponente del laicato cattolico torinese, Carlo Gromis di Trana (1867-1951) fu attivo in opere caritativo-so- ciali. Ebbe frequenti contatti con l'Allamano. Fu convocato come testimone al processo di beatificazione. Ecco alcuni brani della sua deposizione: «Sempre nutrii per lui altissima e vivissima venerazione, perché vedevo in lui un sacer- dote modello, dotato di grande scienza, di grande prudenza, e di vivissimo zelo. Ebbi anzi la fortuna di ammirare la sua grande bontà a mio riguardo, perché quando mi re- cavo da lui mi riceveva subito con grande amabilità, per quanto fosse molto occupato. Fu in questi incontri che ebbi campo di am- mirare la sua grande larghezza di vedute, ed il suo grande senso pratico. Sentii parlare di lui da molte persone, e posso attestare che era unanime la stima di cui era circondato, e la venerazione in cui era tenuto da quanti lo conoscevano e ammiravano le sue elette virtù». «L'Allamano fu mio confessore per al- cuni anni, un vero santo, che invoco ogni giorno nelle mie povere preghiere». P. Francesco Pavese CERCAVA LA CONSOLATA A ROMA la voce dei testimoni AGOSTO-SETTEMBRE 2016 MC 75 # Roma - chiesa della Maddalena: San Pio V in preghiera davanti al quadro di N.S. della Salute, rassomigliante la Consolata.

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