Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2016
AGOSTO-SETTEMBRE 2016 MC 7 Cari mission@ri vasse modo di coinvolge- re queste persone ad ini- ziare dalla individuazione dei progetti e inventando un qualche ritorno eco- nomico, il processo di autosviluppo potrebbe a- vere successo. Così è av- venuto per esempio nei comuni di Riace, Caulo- nia ed altri della costa jo- nica. E intanto si inco- mincia a parlare di «bor- se lavoro». Questo modello di acco- glienza potrebbe proba- bilmente attenuare le tensioni e i conflitti; favo- rirebbe perciò il dialogo e il processo di integrazio- ne nei paesi ospitanti. Si tratta di un modello che richiede di essere coltivato giorno dopo giorno; non è scevro da difficoltà ed ostacoli e forse potrà dare un ritor- no immediato modesto; crediamo però che esso possa costituire un gran- de stimolo per riscoprire i valori della solidarietà e del rispetto della dignità umana e per restituire, a chi è disperato, un oriz- zonte di speranza. Graziella De Nitto e Itala Ricaldone Assefa Genova Onlus 24/06/2016 nale ove è stato consta- tato che, qualora gli n- terventi e gli aiuti posti in essere non si accompa- gnino alla formazione, nei beneficiari, della co- scienza di dover essere responsabili del proprio auto-sviluppo, le iniziati- ve intraprese sono desti- nate a concludersi non appena cessa la presen- za degli organismi soste- nitori e del flusso di de- naro ( vedi MC n. 7/2015, pag. 65 ); al contrario, laddove tale coscienza sia acquisita e presente, i processi di auto-sviluppo proseguono indefinita- mente. L’Assefa Ngo Questa metodologia è stata, ad esempio, prati- cata con successo da As- sefa Ngo indiana che, partendo da un piccolo gruppo formato da venti- cinque contadini ha rag- giunto un milione di fa- miglie (circa cinque mi- lioni di persone pari a più di tre volte la popolazio- ne della Liguria) con pro- getti di sviluppo, e ben potrebbe essere adottata nella gestione dell’emer- genza determinata dai flussi migratori verso il nostro paese e verso l’Europa; ciò al fine di e- vitare che le risorse messe in campo – anzi- ché innescare processi di sviluppo e di integrazio- ne - si esauriscano in meri interventi di som- ministrazione di mezzi di sussistenza (alloggio, vitto, eventuali altri in- terventi economici varia- mente denominati) e in- ducano ad una pretesa di essere mantenuti, senza porsi il problema del fat- to che i costi vengono a gravare sui cittadini che lavorano e inducono in questi ultimi l’ostilità verso i nuovi venuti. Responsabili del proprio autosviluppo Crediamo, perciò, che sia fondamentale associare allo spirito di solidarietà ogni azione utile alla for- mazione, in capo ai be- neficiari, della consape- volezza che essi stessi sono responsabili del proprio autosviluppo e che su questo principio debba basarsi la «rela- zione sociale» con la co- munità di accoglienza. Ciò a partire dall’auto– organizzazione delle atti- vità necessarie a provve- dere agli elementari bi- sogni della vita quotidiana (approvigio- namento delle materie prime; preparazione dei pasti; pulizia ed igiene dei locali occupati; ma- nutenzione ed eventuali migliorie degli stessi) fi- no all’offerta, a favore della comunità ospitan- te, di servizi e attività che costituirebbero un segno tangibile di non voler di- ventare un peso per la società, ma di volerne di- venire una componente attiva attraverso l’eserci- zio e lo sviluppo delle proprie capacità e abilità. Si è tentato di proporre agli immigrati un impe- gno volontario e gratuito, ma questo non sempre ha funzionato, come ri- conosceva amaramente Patrizia Calza, sindaco di Gragnano, dove i pochi immigrati che avevano accettato di fare volonta- riato, ad uno ad uno si sono poi ritirati: «Prefe- riscono fare i mantenuti» commentava in un re- cente convegno a Pia- cenza. Invece, se si tro- È uscita a giugno 2016 la nuova edizione del Dizionario Swahili, del professor Gianluigi Martini che insegna lingua e cultura swahili presso l’Istituto Missioni Consolata a Torino. Chi fosse interessato richieda direttamente alla Hoepli.
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