Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2016

gersi; le barriere di sistema, le- gate all’organizzazione e alle mo- dalità dell’intera offerta sanitaria del paese ospite. Il Parlamento europeo, con le ri- soluzioni 2010/2089 dell’8 feb- braio 2011 e 2010/2276 del 9 marzo 2011, ha ribadito che gli immigrati devono essere com- presi tra i gruppi a rischio di disu- guaglianze sanitarie e ha invitato gli stati membri a mettere in atto interventi volti a ridurre al mi- nimo il rischio di disparità nell’ac- cesso alle cure, indipendente- mente dal fatto che si tratti di persone regolarmente presenti o meno. Una questione di codici Secondo la Legge 40/1998, art. 33, in Italia è previsto l’accesso al- l’assistenza anche agli stranieri ir- regolari, a fronte di una compar- tecipazione alla spesa sanitaria (ticket) uguale a quella dei citta- dini italiani. Tutte le persone pre- senti sul territorio italiano hanno infatti diritto alle cure ambulato- riali e ospedaliere urgenti o co- munque essenziali, e ai pro- grammi di medicina preventiva a salvaguardia della sa- lute individuale e collettiva, con specifico ri- guardo a tutela della gravi- danza e della maternità, alla salute del mi- sendo in buona salute, pertanto risultano mediamente più sani dei loro coetanei che non emigrano e di quelli della popolazione ospite. Si parla di effetto migrante sano, che non interessa invece i mi- granti forzati e i ricongiungimenti familiari. Dopo un po’ di tempo dall’arrivo, i migranti economici tendono a perdere il loro vantag- gio in salute, per via dell’acquisi- zione di comportamenti a rischio e delle condizioni di vita e di la- voro, fino a giungere all’effetto «migrante esausto». Si osserva inoltre che spesso gli immigrati in cattivo stato di salute decidono di tornare nel loro paese d’origine per ragioni affettive o perché lì trovano un maggiore supporto fa- miliare e sociale necessario a ge- stire la malattia che nel paese ospite. Servizi sanitari e barriere Nei primi tempi, i migranti pre- sentano solitamente un quadro caratterizzato da eventuali malat- tie di importazione (che però hanno un peso ridotto sul carico complessivo di malattia) e soprat- tutto da problemi di salute tipici dei giovani adulti, in particolare quelli legati all’area materno-in- fantile per le donne e a quella traumatologica per gli uomini. Con l’invecchiamento compaiono invece tutti i problemi di morbo- sità cronica correlati al disagio so- ciale. In Italia le popolazioni con storie migratorie meno recenti, come quelle del Nord Africa, po- trebbero cominciare a presentare patologie di tipo cronico, mentre i migranti dai paesi slavi, arrivati dopo, presentano ancora la prima categoria di problemi di salute. Le potenziali barriere all’utilizzo dei servizi sanitari da parte degli immigrati sono numerose e classi- ficabili in tre gruppi: i fattori indi- viduali, come cultura e credenze d’origine, il livello d’istruzione, lo stato socio-economico, il soste- gno sociale e familiare; le barriere rappresentate dalle caratteristi- che logistiche e organizzative della specifica struttura sanitaria, a cui l’immigrato dovrebbe rivol- MC RUBRICHE nore, alle vaccinazioni, alla profi- lassi internazionale e alla profi- lassi, diagnosi e cura delle malat- tie infettive. In particolare è previ- sto che gli extra-comunitari senza regolare permesso di soggiorno possano richiedere uno specifico codice sanitario (codice Stp, «Straniero temporaneamente presente»), che non prevede se- gnalazione alle autorità giudizia- rie e sostituisce l’iscrizione al Ser- vizio sanitario nazionale (Ssn). I cittadini comunitari non iscrivibili al Ssn perché privi dei necessari requisiti di residenza e di reddito, presenti sul nostro territorio da almeno tre mesi in maniera conti- nuativa sono invece assistibili me- diante il codice Eni («Europeo non iscrivibile»). Purtroppo l’attuazione della nor- mativa vigente risente di una forte variabilità territoriale, che ha portato la Conferenza stato-re- gioni ad approvare nel 2011 il do- cumento «Indicazioni per la cor- retta applicazione della norma- tiva per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle regioni e province auto- nome italiane» per uniformare le modalità di offerta di assistenza. Poiché le prestazioni rivolte a Stp o Eni avvengono dietro paga- mento di un ticket (tranne quelle di primo livello, ur- genze, gravidanza, patologie # A destra: sala d’attesa in un Pronto soc- corso. Sopra : copertina di Farmaci e immi- grati , libro scaricabile dal web. © Lorenzo Blangiardi / 2010

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