Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2016

NEPAL 60 MC AGOSTO-SETTEMBRE 2016 queste forme di discriminazione, in particolare a danno delle mino- ranze madhese e tharu che vivono nella regione meridionale di Terai, a spingere l’India ad attuare un blocco parziale alla frontiera con il Nepal. Appena insediatosi, il nuovo go- verno nepalese, con a capo Khadga Prasad Sharma Oli, ha in- fatti varato una Costituzione che non tiene conto dei diritti e delle peculiarità delle minoranze etni- che presenti sul territorio nepa- lese. La diatriba politico-diploma- tica tra India e Nepal, durata dall’ottobre 2015 sino a febbraio 2016, ha aggravato le condizioni in cui versano i terremotati. Nel mese di novembre, il governo ne- palese - proprio per affrontare l’e- mergenza dovuta alla mancanza di carburante - aveva disposto la vendita delle riserve di legna come combustibile. Ciò aveva creato lunghissime code, poiché migliaia di persone ne necessita- vano per poter cucinare. Solo agli inizi del 2016 India e Nepal hanno trovato un accordo, culminato in un’intesa che rafforza le relazioni economiche e culturali tra i due paesi. Piccoli progetti, grande aiuto Eco-Himal - ci racconta ancora Pa- trizia Broggi - proprio come altre organizzazioni di piccole e medie dimensioni, riesce a lavorare e a realizzare progetti perché opera direttamente sul territorio, avendo referenti locali fidati e preparati. Sono loro che permet- tono alle Ong di intervenire con- cretamente a favore della popola- zione. «Noi di Eco-Himal - precisa Patri- zia - una volta raccolti i fondi, li mandiamo ai nostri collaboratori in Nepal. Tra questi ci sono Ghana Shyam Paudel e Narayan Kumar Shrestha. Narayan è nato a Salleri, nel distretto del Solu-Khumbu e con lui ormai collaboriamo da anni, anche perché lavora spesso in Italia, nei rifugi di montagna, nella zona dell’Ossola, in provincia di Verbania». Grazie a questi intermediari locali, Eco-Himal sta portando avanti progetti concreti nel Nepal post terremoto. «Abbiamo innanzi- tutto contribuito alla ricostru- zione del monastero femminile di Deboche nella valle dell’Everest, che è stato quasi totalmente di- strutto. Quando sono stata in Ne- pal nel novembre 2015 avevo vi- sto che gli operai locali lo stavano già ricostruendo. Questo grazie anche naturalmente alla collabo- Fondi bloccati? Questo è, in effetti, il paradosso di una tragedia che avrebbe potuto essere gestita diversamente. Il Nepal ha ricevuto, grazie alla soli- darietà internazionale, più di quattro miliardi di dollari per la ri- costruzione, ma la maggior parte di questo denaro è fermo in qual- che ufficio del palazzo governa- tivo nepalese. Gli aiuti sono stati distribuiti con il contagocce e secondo criteri di- scriminatori. Infatti, come ha evi- denziato Amnesty International, gli interventi post terremoto non hanno raggiunto gruppi emargi- nati a livello sociale ed etnico: l’appartenenza di classe, di casta (un aspetto discriminante che de- riva dalla forte influenza culturale esercitata dall’India sul Nepal) e il credo religioso risultano elementi discriminanti per ottenere o meno i sussidi. Sono state proprio # A fianco: ragazza di Jogeshwari. # Sotto: trasloco nei dintorni di Padhking, valle di Khumbu. # Pagina a fianco: statua del Buddha a Patan.

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