Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2016
MC ARTICOLI AGOSTO-SETTEMBRE 2016 MC 55 in particolare dalle forze regolari del Spla e dalle milizie in appog- gio: «Fino dal 2013 tutte le parti in conflitto hanno perpetrato at- tacchi conto civili, stupri e altri crimini, arresti e detenzioni arbi- trarie, rapimenti e privazioni di li- bertà, sparizioni forzate, e attac- chi al personale Onu e loro strut- ture. Oltre due milioni di Sud su- danesi sono sfollati interni, quasi mezzo milione nei paesi confi- nanti, e decine di migliaia uccisi. «L’ampiezza e il tipo di violenza sessuale - principalmente realiz- zata dal Spla governativo e milizie a esso collegate - è descritto con bruciante, devastante dettaglio, come l’attitudine alla macella- zione di civili e distruzione di pro- prietà e mezzi di sussistenza», dice l’Alto Commissario per i Di- ritti Umani delle Nazioni Unite Zeid Ra’a Al Hussein. «Tuttavia la quantità di stupri e stupri di gruppo descritti dal rapporto sono solo una foto della realtà to- tale. Questa è una delle più or- rende situazioni di violazione dei diritti umani nel mondo, con l’uso massiccio della violenza sessuale come strumento di terrore e arma di guerra, ma è stato prati- camente assente dall’attenzione internazionale». Le violazioni continuano per tutto il 2015, anche dopo la firma del- l’accordo, e insanguinano in parti- colare gli stati Unity e Upper Nile, a maggioranza nuer e anche i We- ster e Central Equatoria. Il rapporto Onu descrive inoltre come «civili sospettati di appog- giare l’opposizione, inclusi bam- bini e disabilli, fossero uccisi, bru- ciati vivi, soffocati nei container sotto il sole, fucilati, impiccati agli alberi o tagliati a pezzi con il ma- chete». Sempre secondo il rap- porto «lo stupro è stato parte di una strategia per terrorizzare e punire i civili». L’Onu riconosce che anche le forze dell’opposi- zione hanno commesso atrocità, ma a un livello inferiore. Nelle 102 pagine del rapporto si legge che 10.533 civili sono stati uccisi solo nel 2015, fino a novembre, la mag- gior parte in modo deliberato. Gli inviati Onu hanno poi documen- tato più di 1.300 casi di stupro nel periodo tra aprile e settembre 2015 e solo nello Stato del Unity. Museveni appoggia ancora una volta Kiir, inviando pure truppe ugandesi, che saranno di stanza a Bor (capoluogo del Jonglei), per impedire l’avanzata verso Sud del Spla-io, ovvero i Nuer nel Nord Jonglei. Pressioni internazionali Dopo una decina di firme per la pace, sempre disattese, nell’ago- sto 2015 arriva quella buona. E si organizza il rientro di Machar, che avverrà solo ad aprile dell’anno successivo. Nel frattempo gli scontri continuano. Pochi giorni dopo l’arrivo di Machar a Juba si forma il governo transitorio di unità nazionale. «Il nuovo governo è esattamente uguale a quello precedente al lu- glio 2013, quando il vice presi- dente Machar fu defenestrato dal presidente Kiir». Conferma Sa- muele Tognetti, rappresentate dell’Ong Comitato Collaborazione Medica, che vive nel paese dal 2013. «Sotto pressione dei grandi donatori internazionali, in partico- lare Nazioni Unite, Usaid e Ukaid (le ultime due sono le coopera- zioni governative di Usa e Regno Unito), il presidente è stato co- stretto a scendere a patti con il ri- vale. Ha mantenuto anche l’altro vice, quello nominato dopo la cac- ciata di Machar, il generale James Wani Iggia di etnia bari». Non si tratta quindi di un negoziato, con una mediazione, in cui le parti si sono messe d’accordo, ma di una situazione artificiale nella quale i # A fianco, da sinistra : Riek Machar, Salva Kiir e James Wani Igga durante l’insediamento del governo transito- rio, Juba 29 aprile 2016. # Sotto : sfollati assistiti da una Ong nel Jonglei. © AFP / Charles Lomodong
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