Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2016

MC ARTICOLI AGOSTO-SETTEMBRE 2016 MC 31 V IDEO E PROSSIME PUNTATE ● Sulla vicenda di Chevron e delle sue vittime, raccontata in queste pagine, su YouTube (ca- nale Paolo Moiola) è possibile vedere alcuni video amatoriali (ma significativi) curati dall’au- tore. ● Nell’ultima puntata di questa serie visiteremo una comunità quichua lungo il fiume Napo. Successivamente, nell’ambito di Storie e volti di radio , verrà rac- contata «Radio Sucumbíos», storica emittente di Nueva Loja. S AGGI E FILM ● Juan Diego Pérez Arias, Sobrevi- vir. La huella nefasta de Texaco en el Ecuador , Imprenta Mariscal 2015. ● Luis Yanza, Udapt vs Chevron. Las voces de las victimas , Udapt-Inrehd 2014. ● Joe Berlinger, Crude. The real price of oil , film documentario, Stati Uniti 2009 (visibile su YouTube). S ITI WEB ● Di accusa: chevrontoxico.com ; amazonwatch.org ; lamanosucia.com; oilwatchsudame- rica.org . ● Di difesa: chevron.com/ecuador/; texaco.com/ecuador/; theamazon- post.com (che ospita anche un vi- deo in cui la compagnia racconta the real story , «la vera storia»). trolio di prova. Quando si riempiva il buco, il petrolio defluiva fuori. I contadini chiamavano l’impresa che mandava qualcuno ad aspi- rarlo. Poi esso veniva riversato sulle strade per - si giustifica la compagnia - evitare la polvere. Peccato che qui le piogge siano frequenti e che esse spargessero il petrolio per ogni dove. Ecco per- ché non occorre vivere nei pressi di una piscina per ammalarsi di cancro o di altre patologie. Oltre a questa opzione, ce n’era poi una seconda: bruciare il petrolio della piscina. Bruciava per giorni e la co- lonna di fumo generata si vedeva da ovunque». Donald scende nella buca con il badile. Il terreno è morbido. Non occorre scavare: già con la prima badilata si estrae un materiale vi- schioso dal colore e odore in- confondibili. È petrolio. I responsabili di tutto questo hanno perso il giudizio, ma non hanno mai pagato. «In Ecuador la Texaco non possiede più nulla e pertanto siamo andati a reclamare in altri paesi dove essa opera: in Argentina, in Brasile e in Canada abbiamo aperto dei procedimenti per sequestrare i beni della com- pagnia. Purtroppo, facciamo fatica perché non abbiamo denaro. Loro pensano che allungando i tempi dei processi alla fine noi desiste- remo per mancanza di risorse. Ma questo non succederà». La passione con cui la nostra guida ci ha condotto in questo itinerario tra i disastri della Texaco è conta- giosa. Impossibile rimanere indif- ferenti. «Questa - conclude Donald Mon- cayo - è come una scuola, un’uni- versità. Noi abbiamo il dovere di mostrare al mondo cosa fanno le imprese multinazionali fuori dei loro paesi. Perché ciò che è acca- duto qui non si ripeta in altri luo- ghi». Paolo Moiola (fine quarta puntata - continua) Note 1 - Nella precedente puntata (MC 7/2016, pp. 51-57) è stato raccontato il «toxitour» a Coca, la seconda città petrolifera del paese, dopo Nueva Loja. I toxitour non sono gite turisti- che. Chi li organizza lo fa per motivi informa- tivi e didattici. Non esiste un prezzo. Chi vuole, lascia un’offerta. 2 - Il 30 settembre del 1998 la Texaco si accordò con il governo di Jamil Mahuad certificando di aver riparato i danni prodotti in Amazzonia e liberandosi di ogni futura responsabilità. Riparazioni poi giudicate parziali o fittizie.

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